Tabiàs – Architettura spontanea e paesaggio naturale nel territorio di Lozzo di Cadore
Tabiàs
Architettura spontanea e paesaggio naturale nel territorio di Lozzo di Cadore
Union Ladina del Cadore de Medo
Cortina d’Ampezzo, 2010
F.to 23×21.5 cm – 156 pp.
Consultazione: sfoglia il libro completo
Lavoro scritto a 4 mani con l’amico Giovanni De Diana per valorizzare, per quanto possibile, il patrimonio costituito dalla presenza sul territorio del nostro comune di un così elevato numero di Tabiàs.
La trattazione non poteva non prendere in considerazione anche gli aspetti paesaggistici e soprattutto le modalità di utilizzo del territorio che, nel corso del tempo, hanno condizionato le attività rurali nella loro generalità, riflettendosi anche ed inevitabilmente sugli elementi costitutivi del “tabià” .
Anche in questo caso l’opera è stata realizzata con il contributo determinante dell’Union Ladina del Cadore de Medo che ha sostenuto la realizzazione dell’opera attraverso i fondi messi a disposizione dalla Regione Veneto con la legge regionale del 23 dicembre 1994 n.73 “Promozione delle minoranze etniche e linguistiche”.
Dalla presentazione del presidente dell’Union Ladina Francesca Larese Filon:
«I tabiàs non sono solo fabbricati rurali del passato, sono una parte della nostra storia, dell’economia e delle tradizioni che ancora disseminano il nostro territorio. Erano il rifugio dalle intemperie per gliuomini e la conservazione del fieno per gli animali. Erano anche un presidio dell’uomo sull’intero territorio, segno di una presenza e di un controllo antichissimo che hanno reso i nostri antenati preziosi conoscitori di ogni pezzo di bosco, prato o roccia.
I tabiàs si portano dietro ricordi e storie di vita vissuta in ogni angolo delle nostre piccole valli: estati passate a sfalciare prati in zone incredibili, notti a guardare le stelle prima di cadere addormentati sul fieno, inverni a trascinare pericolosamente a valle il fieno stipato su luoide che correvano sulla neve, guidate da mani esperte e coraggiose.
Oggi lo stile di vita della nostra gente è naturalmente cambiato, ma i tabiàs ci sono ancora ad allietare e “riempire” il nostro paesaggio rurale (ma anche ludico), ed a rammentarci la nostra storia e la capacità dell’uomo di cercare di controllare e migliorare l’ambiente nel quale gli è dato vivere. Sono quindi una parte del nostro passato, manufatti realizzati da mani esperte con abilità tramandate di padre in figlio nei secoli. Questo libro è nato per far apprezzare a tutti la loro bellezza, per farne capire i particolari ed i segreti, per accompagnare il lettore in una passeggiata accanto al più diffuso elemento della nostra architettura spontanea».