Anello dei Tudai di Razzo con Col di Sòla: Album
Alcune foto postate su Flickr (qui la sferica):
(cliccare sulle foto per visualizzarle su Flickr a maggior risoluzione e leggere le correlate didascalie)
A poca distanza dal segnale stradale che indica la Sella di Ciampigotto (vedi GMaps) vi è un’ampia area utilizzabile come parcheggio (a sinistra salendo da Laggio). A quattro passi da quel segnale, ma sul lato destro della strada, vi è un tabellone informativo con notizie di carattere storico-geografico sull’altopiano di Razzo e una piantana (palo) con una tabella indicante la direzione del Col di Sòla. Ci si incammina lungo il sentiero (segnato bianco-rosso ma senza numerazione) che risale la Costa dei Laris fino ad affiancare le cavallette dell’impianto di risalita, che si seguono fino al termine del medesimo (B); qui si può scegliere se proseguire (segni bianco-rossi) sul tratto color fucsia nella cartina, inizialmente sul piano e poi in leggera discesa, fino a giungere al punto (D), o se deviare a sinistra e salire tra i rododendri al Col di Sòla (panorama intenso).
Nel secondo caso, raggiunta la croce (C), si hanno due possibilità: ridiscendere a (B) per il percorso appena compiuto e riprendere l’escursione in direzione di (D), oppure percorrere una breve cresta erbosa portandosi, verso destra, sul ciglio di una pala piuttosto ripida, erbosa anch’essa, che tuttavia si può discendere senza grandi difficoltà, andando ad intercettare in (D) la visibile traccia del sentiero proveniente dalla testata della Costa dei Laris. Il sentiero aggira le pendici occidentali del Tudaio di Razzo confluendo in una ampia valletta che rimonta fino alla forcella sommitale (la traccia, segnata in bianco-rosso e ben evidente fino all’inizio della valletta, qui diventa labile: il pendio si può facilmente risalire sia sul versante sinistro che su quello destro).
La forcella d’arrivo (E) è detta Najareit ed è affiancata da una seconda, più ampia e conosciuta forcella, Forcella Piova. Da questo punto si segue la traccia (evidente in condizioni di visibilità normali) che taglia lungamente i ghiaioni che coprono i fianchi meridionali della cresta dei Tudai di Razzo. Volendo, ad un certo punto della traversata si può salire con uno “strappo” alla forcella di quota 2173, dalla quale si apre un interessante spiraglio panoramico sul versante nord. Ridiscesi alla quota di attraversamento, si risale la Busa del Tiarfin (se non si vuole camminare sui ghiaioni si può, come descritto nella cartina, scendere al fondo della Busa dove corre il sentiero sv. 208 che permette una sua più agevole risalita) fino a Forcella Tiarfin Nord (G);
Digressione toponomastica: questa forcella è denominata Tiarfin N nella Guida dei Monti d’Italia, Alpi Carniche 2 (di A. De Rovere e M. Di Gallo); su un masso posto sul ciglio della forcella si trova la scritta Forcia Rosada; alcune descrizioni in rete la denominano Forca Rossa; sulla forcella che guarda verso Casera Tragonia e che fa da testata alla Busa, denominata in Alpi Carniche 2 Tiarfin Sud (2290 m), è posta una tabella Cai con la scritta Forca Rossa (un giorno… dirimeremo!).
Da forcella Tiarfin N ci si cala su sentiero sv. 208 lungo un pendio detritico inizialmente ripido, che si smorza attraversando il ghiaione che lambisce la sella a sud del Col Marende; da qui, piegando verso sinistra (nord), si continua la discesa fino ad incontrare la Strada Provinciale 619 (H), sulla quale si svolta a sinistra percorrendola fino al punto di partenza di Sella Ciampigotto.