Popena Basso
(link diretto su Theta360; qui album fotografico e cartina del percorso)
Popena Basso (Misurina) #theta360it – Spherical Image – RICOH THETA
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Alcune foto postate su Flickr (qui la sferica):
(cliccare sulle foto per visualizzarle su Flickr a maggior risoluzione e leggere le correlate didascalie)
Si lascia l’auto al parcheggio di Casera Razzo (GMaps, OSM) e si prende la strada sterrata diretta alle casere Mediana e Chiansaveit; poco dopo, sul lato destro della strada, in vista di una baita posta poco più in là su un dosso erboso, si stacca la tenue traccia di un ampio sentiero (quando lo si è intuito) che passa prima di fronte alla baita per poi curvare a destra, passandole di lato in direzione della valletta posta tra Col Marende e Dumella. La traccia è labile e va presto a confluire sul tracciato di una stradina proveniente dalle vasche di raccolta di un acquedotto (ad est della baita) che devia bruscamente a gomito verso est. Si tralascia tale stradina continuando in direzione della valletta (sud); qui il tracciato è piuttosto labile ma si incontra presto una chiara traccia che continua ben evidente fino alla cresta erbosa posta sul fianco sud-ovest del colle (B).
Qui si devia a sinistra per “ovvia” traccia salendo facilmente sulla sommità erbosa di Dumella (in cima trincee di guerra). Tornati sui propri passi (B), si procede con camminata libera (non ci sono sentieri o loro tracce) su terreno facile in direzione della evidente forcella a sud del Col Marende: seguire la bellissima lingua prativa costellata qua e là di massi che affianca, discosta da esso, il ghiaione. Giunti sulla forcella (C), si piega a destra e, con salita pronunciata su chiara traccia, tra i rododendri si giunge in breve sulla cima erbosa del Col Marende (trincee di guerra).
Da qui si può: ridiscendere in (C) per continuare, sempre in discesa, su sentiero segnavia 208 che confluisce sulla Strada provinciale 619 a due passi dalla casera; oppure, scegliendo un percorso un po’ più avventuroso, in camminata libera, si può seguire verso nord-nord-ovest la cresta per una trentina di metri, deviando poi a destra per scendere verso il sottostante catino erboso ammantato di rododendri. Alla base del primo catino (D) si può, eventualmente, scendere con facilità su pale erbose (percorso puntinato in verde scuro) ricollegandosi al sentiero percorso all’andata.
Calandosi invece verso nord si giunge al bordo del secondo catino delimitato da alcuni salti rocciosi contornati da alberi; qui si devia a sinistra in leggerissima salita (ovest) passando a fianco dei salti rocciosi (che restano sulla destra) su un’apparsa traccia di sentiero che, dove inizia la discesa, sparisce nuovamente. La discesa sul pendio boschivo, che ha ampie radure erbose, non presenta particolari difficoltà ma è abbastanza ripida; nella breve discesa conviene tenersi tendenzialmente verso ovest ma, comunque vada, prima o poi si incrocia il sentiero 208 che giunge alla SP619 a pochi passi da Casera Razzo.
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Alcune foto postate su Flickr (qui la sferica):
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A poca distanza dal segnale stradale che indica la Sella di Ciampigotto (vedi GMaps) vi è un’ampia area utilizzabile come parcheggio (a sinistra salendo da Laggio). A quattro passi da quel segnale, ma sul lato destro della strada, vi è un tabellone informativo con notizie di carattere storico-geografico sull’altopiano di Razzo e una piantana (palo) con una tabella indicante la direzione del Col di Sòla. Ci si incammina lungo il sentiero (segnato bianco-rosso ma senza numerazione) che risale la Costa dei Laris fino ad affiancare le cavallette dell’impianto di risalita, che si seguono fino al termine del medesimo (B); qui si può scegliere se proseguire (segni bianco-rossi) sul tratto color fucsia nella cartina, inizialmente sul piano e poi in leggera discesa, fino a giungere al punto (D), o se deviare a sinistra e salire tra i rododendri al Col di Sòla (panorama intenso).
Nel secondo caso, raggiunta la croce (C), si hanno due possibilità: ridiscendere a (B) per il percorso appena compiuto e riprendere l’escursione in direzione di (D), oppure percorrere una breve cresta erbosa portandosi, verso destra, sul ciglio di una pala piuttosto ripida, erbosa anch’essa, che tuttavia si può discendere senza grandi difficoltà, andando ad intercettare in (D) la visibile traccia del sentiero proveniente dalla testata della Costa dei Laris. Il sentiero aggira le pendici occidentali del Tudaio di Razzo confluendo in una ampia valletta che rimonta fino alla forcella sommitale (la traccia, segnata in bianco-rosso e ben evidente fino all’inizio della valletta, qui diventa labile: il pendio si può facilmente risalire sia sul versante sinistro che su quello destro).
La forcella d’arrivo (E) è detta Najareit ed è affiancata da una seconda, più ampia e conosciuta forcella, Forcella Piova. Da questo punto si segue la traccia (evidente in condizioni di visibilità normali) che taglia lungamente i ghiaioni che coprono i fianchi meridionali della cresta dei Tudai di Razzo. Volendo, ad un certo punto della traversata si può salire con uno “strappo” alla forcella di quota 2173, dalla quale si apre un interessante spiraglio panoramico sul versante nord. Ridiscesi alla quota di attraversamento, si risale la Busa del Tiarfin (se non si vuole camminare sui ghiaioni si può, come descritto nella cartina, scendere al fondo della Busa dove corre il sentiero sv. 208 che permette una sua più agevole risalita) fino a Forcella Tiarfin Nord (G);
Digressione toponomastica: questa forcella è denominata Tiarfin N nella Guida dei Monti d’Italia, Alpi Carniche 2 (di A. De Rovere e M. Di Gallo); su un masso posto sul ciglio della forcella si trova la scritta Forcia Rosada; alcune descrizioni in rete la denominano Forca Rossa; sulla forcella che guarda verso Casera Tragonia e che fa da testata alla Busa, denominata in Alpi Carniche 2 Tiarfin Sud (2290 m), è posta una tabella Cai con la scritta Forca Rossa (un giorno… dirimeremo!).
Da forcella Tiarfin N ci si cala su sentiero sv. 208 lungo un pendio detritico inizialmente ripido, che si smorza attraversando il ghiaione che lambisce la sella a sud del Col Marende; da qui, piegando verso sinistra (nord), si continua la discesa fino ad incontrare la Strada Provinciale 619 (H), sulla quale si svolta a sinistra percorrendola fino al punto di partenza di Sella Ciampigotto.
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Alcune foto postate su Google Photos (qui la sferica):
Poco oltre i bagni di Braies Vecchia si devia a sinistra (vedi GMaps) seguendo le indicazione per Hotel Asterbel e Ristorante Pizzeria Sonnleiten nei pressi del quale si può parcheggiare l’auto (A). Si prende la stradina inizialmente asfaltata e poi bianca con segnavia (sv.) 15 seguendola fino a (B), bivio al quale si devia a sinistra su strada bianca; al bivio (C) si lascia la strada per il sentiero sv. 15A; in (D) vale la pena fare una puntatina al Badmeisterkofel (10-15′); tornati sui propri passi si prosegue in cresta in leggera salita raggiungendo la sommità del Sasso del Pozzo, dal quale si cala rapidamente verso il Passo del Capro (E); da qui conviene scendere di una cinquantina di metri di quota seguendo un’ampia stradina fino alla Malga del Pozzo (servizio di ristoro estivo), dalla quale si rimonta su sentiero sv. 16 fino a giungere alla forcella Suis (F); si può evitare la forcella, che però offre un bellissimo paesaggio pastorale con un notevole panorama, deviando poco prima della medesima, su sentiero segnato, verso (G).
Da (F) si percorre in piano il sv.33 incrociando due canali di scolo detritici; il punto di incrocio con il secondo canaletto (quello più a sud) è il punto (G) sulla cartina. Da (G) si sale agevolmente su sentiero sv.33 una fiancata rocciosa giungendo a forcella Serla; da qui alla vetta del M. Serla l’ottimo sentiero presenta qualche tratto esposto, uno dei quali è stato attrezzato con qualche metro di catena di ferro che agevola il semplice passaggio.
Al ritorno, nel caso si voglia evitare di calare nuovamente alla Malga del Pozzo, incrociato il canale pluviale detritico (G), si può giungere direttamente al Passo del Capro (E) scendendo, con camminata libera, la “comoda” costa boscosa immediatamente a destra del canale (tenendo come riferimento il suddetto canale sulla propria sinistra; se, invece, ci si vuole mantenere su sentiero, si percorre a ritroso la strada fino alla Malga del Pozzo risalendo poi al Passo del Capro). Dal Passo del Capro (E) si inforca il sentiero sv.15 ricongiungendosi con la strada bianca percorsa all’andata e giungendo in breve al parcheggio.
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Col Marende 2080 m (link diretto su Theta360; qui album fotografico e cartina del percorso):
Col Marende (Altopiano di Razzo) #theta360it – Spherical Image – RICOH THETA
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Col di Sòla (link diretto su Theta360; qui album e cartina del percorso)
Col di Sòla (Altopiano di Razzo) #theta360it – Spherical Image – RICOH THETA
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Monte Serla (Sarlkofel) #theta360it – Spherical Image – RICOH THETA
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Alcune foto postate su Flickr (qui la sferica):
Partenza da Sella di Rioda (pressi di Casera Razzo); si segue il sentiero sv. 206 (breve e “obbligata” deviazione per il M. Palon); si raggiunge il punto in cui dal 206 si stacca a sinistra un sentiero per forcella e Casera Rioda; si tralasciano i due sentieri montando in camminata libera sulla prima elevazione della dorsale erbosa che, passando per il M. Oberkofel, giunge al M. Festons; da qui si scende a forcella Festons (ai piedi del M. Morgenleit), ci si incammina in discesa verso Sauris su strada sterrata per un breve tratto, per deviare a destra (tabella) riprendendo il sv. 206 e affrontando il percorso di ritorno (NB: la dorsale è la parte divertente: non c’è sentiero, talvolta appare una traccia, ma basta seguire la tranquilla e “pastorale” linea di cresta; in ogni momento si può calare sul sentiero che corre parallelo un po’ più in basso…).