agosto 2012
23 Agosto 2012
Formigoni: “il Papa mi ha detto che prega tutti i giorni per me” (22Ago2012)
territoriarchico formigoni, itaglia-cialtrona, quelli-del-pdl Cialtroni al lavoro, Divagazioni Pidielline
22 Agosto 2012
Ecco l’uscita dal tunnel imboccata da Mario Monti
territoriarchico governo-monti, tecnocialtroni El Gobierno
20 Agosto 2012
la fine della crisi è vicina …
territoriarchico crisi-finanziaria, governo-monti, propaganda-montiana Crisi Finanziaria, El Gobierno
(via @FGoria)
20 Agosto 2012
Dalla parte dei magistrati di Palermo – Mario Albanesi
territoriarchico analisi-governo-monti, itaglia-cialtrona, napolitano, stato-mafia El Gobierno, Italianide
(via Blog di Beppe Grillo)
19 Agosto 2012
meeting di Rimini ed applausi a Formigoni (visioni a confronto)
territoriarchico corretta-informazione, punti-di-vista CartaMedia
(via @FrancoBechis e Fatto Quotidiano)
19 Agosto 2012
spensierata gioventù: ‘pagare tutti per pagare meno’
territoriarchico imposizione-fiscale, oppressione-fiscale, svolta-liberale Economia e Finanza, Libertarian, Tartassati
Un giorno crescerà e, sempre che non ingrossi le fila degli statali – allora no, non potrà – cambierà idea, di sicuro cambierà idea. Lo Stato dilapida tutto ciò che rapina: ogni nuova entrata si dilata in spesa superflua.
Milton Friedman: «Se l’Italia si regge ancora in piedi è grazie al lavoro nero e all’evasione fiscale… l’evasore in Italia è un patriota”.
La lettera-accusa di una studentessa: «In una sola settimana di ricerca ho già trovato tre proprietari a chiedermi il «solo nero». La cosa che più mi colpisce è la noncuranza con cui mi comunicano la loro assoluta decisione di non dichiarare i loro 10.000 euro medi di rendita annuale (di un solo appartamento ovviamente, e quando gli appartamenti sono tre o quattro?). E se ci lamentiamo della pesante tassazione italiana (il 55% del reddito finisce in tasse) la soluzione è semplice e da tutti sbandierata: pagare tutti per pagare meno!» (l’Adige)
19 Agosto 2012
UBS: Chi ha veramente beneficiato dall’introduzione dell’euro? (piccolo suggerimento: NON la Germania)
territoriarchico disunione-europea, uscita-dall-euro Economia e Finanza, Europatia
NdEr).
(via Rischio Calcolato – Er)
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19 Agosto 2012
Se l’Italia crolla la colpa è di Sansone e di tutti i Filistei
territoriarchico pensiero-libertario Italianide, Libertarian, Senza categoria
[…] Chi ha avuto il buongusto di frequentare quegli autori coerentemente liberali, di cui Bastiat è un mirabile esempio, sa bene che la “crisi” che è cominciata nell’ormai lontano 2008 non è figlia del “turbo-capitalismo” o del “neo-liberismo”, ma dell’eccessivo statalismo, dell’interventismo più bieco e immorale, dell’indebitamento il cui termine è sine die e – non ultimo – del monetarismo farlocco di chi ha sempre pensato che le banche centrali fossero una panacea. Non v’è dubbio alcuno che ognuno di noi, in quanto individuo, non può che sentirsi quasi impotente di fronte ad un sistema che non ammette, da almeno 20 anni, alternative politiche serie e liberali. L’indipendentismo poi – diciamocelo fuor di metafora – è naufragato nell’ignominioso leghismo di Bossi prima e di Maroni oggi (che continuano il loro gioco delle parti). I nuovi secessionisti non hanno ancora trovato una quadra purtroppo. Ciononostante, ciascuno di noi ha potuto far uso di qualche strumento per difendersi legittimamente dalla violenza quotidiana perpetrata dal Leviatano, partendo col rispetto di quello che ho avuto modo di chiamare a suo tempo “il decalogo dell’Individuo libero”:
1) L’individuo libero non cercherà mai il consenso della massa;
2) L’individuo libero vivrà esclusivamente per la sua opera;
3) L’individuo libero non aggredirà mai la proprietà di un altro individuo;
4) L’individuo libero avrà il diritto di stare con chi più gli aggrada;
5) L’individuo libero sarà obbligato solo in forza di un contratto con altri individui (quindi lo scambio avviene solo mediante contratto);
6) L’individuo libero difenderà legittimamente il frutto del proprio lavoro;
7) L’individuo libero difenderà legittimamente la propria vita;
8) L’individuo libero crede nel buon senso, nella consuetudine e nella common law;
9) L’individuo libero vivrà pacificamente ignorando lo Stato;
10) L’individuo libero è intollerante con gli intolleranti.
Coloro che hanno rispettato questi dieci suggerimenti non escludo abbiano già deciso di trasferire la loro residenza altrove. Altri, invece, ne hanno fatto buon uso per resistere all’arbitrarietà e alle prevaricazioni dei governi (evadere il fisco è sempre un dovere morale, soprattutto da quando s’è insediato Mario Monti) e – se particolarmente avveduti – hanno risparmiato da tempo in oro, argento o altri metalli preziosi, anziché lasciare i propri denari su qualche conto corrente bankitaliano. Tra le persone di buon senso, vige una regola: “La mia libertà finisce dove inizia quella di un altro”. Lo Stato non è avvezzo a rispettare certe regole, ragion per cui siamo nelle condizioni disperate in cui ci hanno cacciato, non senza – per dirla col grande V – che qualche bontempone liberale sia scevro di colpe.
Per questo motivo – e chiudo – una cosa deve essere chiara a tutti: se l’Italia crolla non è solo colpa di Sansone, ma anche di tutti i Filistei, i quali da bravi e devoti ominicchi, piglianculo e quaquaraquà hanno votato Sansone per anni e hanno succhiato dalla sua tetta!
(via L’Indipendenza – Leonardo Facco)
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18 Agosto 2012
la verità su Robin Hood e le tasse
territoriarchico ev, imposizione-fiscale Libertarian, Tartassati
La vulgata popolare parla di un Robin Hood che ruba ai ricchi per dare ai poveri.
Troppo spesso però le vulgate popolari hanno dimostrato di essere per lo più cazzate.
Robin Hood rubava allo Sceriffo di Nottingham, al Principe Giovanni, a Sir Guy…
Per essere ricchi lo erano eccome. Però essi rappresentavano lo Stato. Anzi, per essere “storicamente corretti”, loro erano lo Stato. Uno Stato arricchitosi rapinando i cittadini. Come?
Con le tasse, ovviamente.
Quindi, in ultima analisi, Robin Hood riprendeva allo Stato ciò che lo Stato prendeva, rapinava, ai cittadini per restituirlo ai cittadini stessi.
Teodorico (454-526)
«Il solo paese piacevole è quello in cui nessuno teme gli esattori».
Etienne de la Boetiè (1530-1563)
“Ringraziando il ladro (lo Stato) che restituisce loro una piccola parte del maltolto, i sudditi si abituano così a vedere nel tiranno una sorta di benefattore”.
Juan de Mariana de la Reina (1535-1624)
«Le tasse sono, di norma, una calamità per il popolo e un incubo per il governo. Per il primo sono sempre eccessive; per il secondo non sono mai abbastanza, mai troppe»
Pedro Fernandez Navarrete (?-1632)
«Le tasse alte hanno originato povertà. Temendo continuamente gli esattori delle tasse, [gli agricoltori,] per evitarne le vessazioni, preferiscono abbandonare la loro terra».
John Locke (1632-1704)
«Il potere supremo non può privare un uomo di una parte della sua proprietà senza il suo consenso».
Thomas Jefferson (1743-1826)
«Prevedo un futuro felice per gli americani se impediranno al governo di sprecare i soldi frutto del loro lavoro, con la scusa di occuparsi di loro”.
Jean-Baptiste Say (1767-1832)
«Dio ci guardi dall’attività finanziaria pubblica poiché è spendacciona e consuma tutte le sostanze dei privati. Le consuma improduttivamente e non offre la possibilità a costoro di destinare il reddito alla produzione di ricchezza autentica”.
Frédéric Bastiat (1801-1850)
«Quello che non si è mai visto, quello che non si vedrà mai e che non si può nemmeno concepire, è l’eventualità che lo Stato restituisca al pubblico più di quanto esso prenda”.
Lysander Spooner (1808-1887)
«La tassazione senza consenso è rapina»
George Bernard Shaw (1856-1950)
«Un governo che ruba a Peter per pagare Paul può sempre contare sull’appoggio di Paul”.
Ludwig von MISES (1881-1973)
«La metamorfosi delle tasse in armi di distruzione di massa è il carattere distintivo della finanza pubblica»
«Tutta la nostra civiltà si fonda sul fatto che gli uomini sono sempre riusciti a respingere l’attacco dei redistributori».
Bertrand de Jouvenel (1903-1987)
«La redistribuzione in realtà è una redistribuzione di potere dall’individuo allo Stato, piuttosto che – come si immaginava – una redistribuzione di reddito dal più ricco al più povero».
Ayn Rand (1905-1982)
«L’uomo che produce mentre altri dispongono del suo prodotto è uno schiavo».
«Crede che la morte e le tasse siano le nostre uniche certezze, signor Rearden? Non posso far niente per combattere la morte, ma se riesco a sollevare il peso delle tasse, gli uomini possono imparare a vedere il legame che esiste fra le due cose e a capire quale vita più lunga e più felice sono in grado di crearsi».
Barry Morris Goldwater (1909-1998)
«Siamo stati indotti a trascurare, e spesso a dimenticare del tutto, il rapporto fra le tasse e la libertà individuale. Siamo stati persuasi che il Governo ha un diritto illimitato sulle ricchezze dei cittadini e che l’unica questione sia di vedere quanta parte di questo suo diritto il Governo debba pretendere».
«La proprietà e la libertà sono inseparabili: quando il Governo, sotto forma di imposte, porta via la prima, esso invade anche l’altra».
«I collettivisti […] comprendono che la proprietà privata può essere confiscata per mezzo delle imposte non meno che con la espropriazione».
Milton FRIEDMAN (1912-2006)
«Se paghi le persone per non lavorare e invece le tassi quando lavorano, non sorprenderti se c’è la disoccupazione».
«Se l’Italia si regge ancora in piedi è grazie al lavoro nero e all’evasione fiscale… l’evasore in Italia è un patriota”.
Murray N. Rothbard (1926-1995)
«Cos’è la tassazione se non un furto su scala gigantesca e incontrollata?».
«Mentire allo Stato diventa un atto legittimo»
Pascal Salin (1939-viv.)
«La spoliazione è il fondamento dell’azione statale e la fiscalità è l’arma essenziale di questa spoliazione».
«Come indica il suo nome, l’imposta è… imposta; è confiscata con la forza, e non guadagnata attraverso lo scambio volontario».
David Boaz (1953-viv.)
«Il governo può procurarsi risorse solo espropriandole a chi le produce».
(via Riecho Economia e Libertà)
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24 Agosto 2012
3 Buoni Motivi per non tassare i contanti
territoriarchico dagli-all'evasore, stato-tiranno Economia e Finanza
Io uso poco i contanti e una imposta che volesse penalizzarne l’utilizzo non mi darebbe granché fastidio. Sono un lavoratore dipendente e non ho simpatia per gli evasori per cui dovrei essere a favore della idea che Milena Gabanelli ripropone dalle pagine del Corriere.
C’è tuttavia una maledizione terribile che mi impedisce di farlo: dispongo di un cervello funzionante e ragionando brevemente sulla proposta mi sembra che sia inutile ai fini della lotta all’evasione e potenzialmente dannosa per i contribuenti onesti. Aggiungete la sgradevole ostinazione di mettere in discussione le cose che trovo incongruenti anche se le dice una giornalista famosa dalle colonne del Corriere della sera (più volte) oltre che da una trasmissione televisiva molto seguita ed ecco pronto questo pezzo tremendamente antipatico.
Le mie obbiezioni principali si possono riassumere così:
1- Tassare versamenti e prelievi in banca non ha effetti contro gli evasori perché i soldi in nero non transitano dalle banche e colpirebbe solo i cittadini onesti che usano intermediari finanziari
2- Esistono ostacoli pratici insormontabili legati alla natura dei mezzi di pagamento: scoraggiarne uno rende conveniente crearne di nuovi
3- Il costo finale che ricade sui consumatori non si può eliminare proibendolo per legge: le banche e gli intermediari riusciranno sempre (forti anche della scarsa concorrenza) a trasferirli sui clienti finali
In merito al punto 1 va rilevato che il nero funziona come un circuito parallelo: il locatore incassa in nero e poi spende in nero, idem il dentista o il macellaio. Tassare prelievi e versamenti non ha alcun effetto su questo circuito sul quale, per esempio, impatta il limite di importo per gli acquisti fatti in contanti (oggi 1000€). Col limite esistente, l’evasore ha difficoltà a spendere i soldi neri perché non può pagare in contanti più di 1000€. La tassa sui prelievi e versamenti invece non ha alcun effetto su chi incassa in contanti e poi spende questi contanti presso altri soggetti interessati ad evadere e colpirebbe invece chi è costretto dall’arretratezza del nostro sistema a fare pagamenti in contanti. […]
(leggi tutto su Linkiesta – Massimo Famularo)
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