(via Forexinfo.it)
dicembre 2012
18 Dicembre 2012
Svezia: euro? No, grazie. Un’opposizione da record
territoriarchico disunione-europea, europatia Europatia
16 Dicembre 2012
smaronamento n° 001
territoriarchico smaronamenti Partitica
(VIA (@maroni_leganord)
14 Dicembre 2012
Google, la concorrenza fiscale e l’orgoglio di essere capitalisti
territoriarchico capitalismo, concorrenza-fiscale, imposizione-fiscale Capitalismi
In un recente intervista il CEO di Google, Eric Schmidt, ha commesso due peccati: si è dichiarato capitalista, “fieramente capitalista”, e si è rifiutato di sottostare alla retorica dell’evasore fiscale come parassita.
Diversi governi europei, a cominciare dall’Inghilterra e dall’Olanda, si sono lamentati del fatto che il motore di ricerca riuscisse ad evitare di pagare una cifra intorno ai due miliardi di dollari globalmente attraverso la creazione di sussidiarie alla Bermuda, dove il regime fiscale è notoriamente meno penalizzante di quello europeo. Questo ha causato un’ondata di indignazione generale, cavalcata dai politici di entrambi i fronti con l’accusa di “immoralità”. Una cosa a cui noi italiani, abituati a farci dare dei parassiti da una classe politica che ci ha bruciato il futuro, non faremmo nemmeno caso e subiremmo passivamente.
E invece Schmidt ha risposto “Noi paghiamo un sacco di tasse. Le paghiamo secondo le modalità imposte dalla legge, sono fiero della struttura che abbiamo messo in piedi. L’abbiamo fatto basandoci sugli incentivi che ci danno i governi a lavorare. Si chiama capitalismo. Noi siamo fieri di essere capitalisti, non facciamo confusione in merito a questo”.
E per quanto nella vita reale un po’ confuso lo sia, visto il suo endorsement a quel campione del capitalismo di Barack Obama, Schmidt dice una grande verità: le imprese rispondono agli incentivi. Le imprese votano con i capitali, si spostano dove vengono spennate di meno. E se come diceva Colbert l’arte del fisco è quella di spennare l’oca senza farle troppo del male, la possibilità per l’oca di volarsene via è il miglior limite al potere del fattore. La concorrenza fiscale ha una funzione disciplinante nei confronti dell’ingordigia dell’esattore: i governi abbassano la pressione fiscale per non lasciar andar via le imprese, ed in questa maniera ne arrivano di nuove, garantendo crescita e lavoro.
Ma la pressione della concorrenza fiscale è più debole se i politici hanno l’opzione di delegittimare moralmente le imprese che vanno via. E allora ringrazio Schmidt perchè non ci è stato: non è immorale cercare di tenersi ciò che si è guadagnato. Google è uno dei migliori esempi di innovazione tecnologica e culturale, è un’impresa che per una capitalistica ricerca di profitto ha migliorato con i suoi prodotti – ceduti in larga parte gratis, peraltro! – la vita di miliardi di persone molto più di qualsiasi programma pubblico. Non è immorale che chi ci ha investito le proprie capacità o i propri risparmi riceva profitti in cambio degli incomparabili servizi che rende ai consumatori. È immorale uno stato che chiede troppo e spreca quel che estorce.
Ripetiamolo insieme: i parassiti sono loro.
(via Chicago blog – Rosamaria Bitetti)
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14 Dicembre 2012
media settimanale PDL, PD e M5S da nov-2011 a nov-2012
territoriarchico sondaggi Sondaggi
(via sondaggibidimedia.com)
13 Dicembre 2012
Monti se ne è andato? Meglio così. Krugman, Munchau, Evans Pritchard
territoriarchico governo-monti Economia e Finanza, El Gobierno
A differenza di quanto si sostiene in Italia, la stampa internazionale non riserva solo elogi a Mario Monti. Un florilegio dei giudizi più caustici di alcuni noti commentatori.
L’economia dell’austerità è andata esattamente secondo copione – quello keynesiano, non quello dei fanatici dell’austerità. Di più e ancora, i “responsabili” tecnocrati hanno indotto i loro popoli ad accettare la medicina amara dell’austerità, più e più volte, non riuscendo a produrre risultati. L’ultimo caso in questione è l’Italia, dove Mario Monti – una brava persona, profondamente sincera – ha lasciato prima del termine del mandato, in ultima analisi perché le sue politiche stanno consegnando l’Italia alla depressione.
- L’Europa sanguinante. Articolo di Paul Krugman sul suo blog [inglese] [in italiano su Keynes blog]
- La politica fa scoppiare la bolla Monti. Editoriale di Wolfgang Munchau sul Financial Times [in italiano]
- L’uscita di scena di Mario Monti è l’unico modo per salvare l’Italia. Editoriale di Ambrose Evans-Pritchard sul Telegraph [in italiano]
[leggi tutto su Keynes blog]
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8 Dicembre 2012
della folle pazienza degli italioti
territoriarchico Senza categoria
Si può dargli torto? No, purtroppo no.
Addio al ceto medio sulla nave dei folli
di Marco Politi
L’Italia ripiombata indietro di un ventennio. Stipendi al livello del 1997. Tre milioni e mezzo di persone alla fame. Due milioni e mezzo vendono i preziosi come in tempo di guerra. Undici milioni si preparano gli alimenti in casa per risparmiare sull’acquisto. È un susseguirsi di dati implacabili – dal Censis all’Istat, ai rapporti dei sindacati o della Cgia – che testimoniano la desertificazione del ceto medio, la crescita abnorme del precariato giovanile e over-trentacinquenne (tre milioni e mezzo almeno), cui si accompagna nelle aziende l’indebolimento sistematico dell’ex classe lavoratrice.
Il crollo del ceto medio, che nei paesi avanzati costituisce la spina dorsale della società e abbraccia praticamente tutti i mestieri – dal lavoratore dipendente e dall’impiegato alle partite Iva, dal piccolo imprenditore al medio professionista – significa il segnale di allarme rosso per una nazione.
Il dramma è che la classe politica non sembra esserne realmente consapevole. Come su una nave di folli il gran tema, nella tempesta, è l’election day. Il dosaggio di astensioni, fiducia e semifiducia in Parlamento. Il toto-candidati. L’aerea “agenda Monti”.
Berlusconi, a cui le mamme, zie e nonne che invocava nei suoi appelli alla nazione dovrebbero strappare ogni pelo del parrucchino, punta a scassare tutto per difendere la sua “roba” a futura memoria. I pidiellini corrono a baciare la pantofola. L’Udc non ha neanche idea di un riformismo come quello della Dc nel dopoguerra. Montezemolo and his band si baloccano con il neoliberismo. Grillo inveisce contro l’Europa e seleziona al buio i suoi futuri deputati. Il Pd non va oltre le frasi su “un po’” di lavoro e “un po’” di sviluppo in più. Monti è ancora convinto che l’aborto di riforma del lavoro della Fornero sia un pregevole passo in avanti. Verso dove non si sa. Famiglie, sanità, istruzione sono da salvare. C’è un Paese disperato, che vuole rialzarsi, e non trova nella classe politica quello scatto di reni, quel coraggio di un New Deal, quella forza di progettazione al di là dei tagli lineari, di cui ha urgentemente bisogno.
Dice il Censis che il 52 per cento “prova rabbia”. Sono proprio un popolo paziente gli italiani.
8 Dicembre 2012
disoccupazione in europa degli under-25 dal 1990 ad oggi
territoriarchico disoccupazione, grafici-economia, mercato-del-lavoro Mercato del Lavoro
19 Dicembre 2012
la vera evoluzione dell’IMU ed il Berlusconi pifferaio
territoriarchico berlusconismo, quelli-del-pdl Divagazioni Pidielline
Tanto per mettere i puntini sull’evolution dell’IMU e sulle spavalde giravolte del pifferaio che, adesso, la vorrebbe abolire (da Camelot Destra Ideale).