http://youtu.be/VkAwX23t3CU
maggio 2013
29 Maggio 2013
Antonio Maria Rinaldi: “L’Euro è un fallimento”. AnteprimaWeb del 24 maggio 2013
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29 Maggio 2013
Il blob del PUD€! Il meglio del peggio! (almeno fino ad ora)
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Il blob del PUD€! Il meglio del peggio! (almeno fino ad ora)
18 Maggio 2013
PIL trimestrale Italia (dal 2008 al I° tr 2013)
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18 Maggio 2013
Crescita delle economie in Europa 2012 (grafico)
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17 Maggio 2013
ma è la conoscenza che rende indipendenti!
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[…] In un partito che dovrebbe avere come solo obiettivo l’indipendenza della Padania (vedesi Statuto), tutti gli sforzi dovrebbero essere dedicati a convincere la maggioranza dei padani a volere l’indipendenza e il solo modo civile, pacifico e democratico è di conquistarne il consenso attraverso l’informazione e il ragionamento. Per farlo bisogna produrre dati, notizie, numeri, statistiche e strumenti di discussione e conversione: bisogna ri-raccontare la storia, svelare porcate e menzogne, diffondere dati economici, cifre dello sfruttamento, raccogliere archivi di dati che servano a combattere la battaglia, che siano fabbriche di munizioni per la guerra di liberazione. Bisogna fare cultura e informazione. Bisogna che ci siano uomini che vi si dedicano con impegno, e chi può farlo meglio di gente che riceve ricchi stipendi per darsi a tempo pieno alla comune battaglia? E invece nessuno di questi pisquani ha mai fatto niente del genere perché nessuno glielo ha mai chiesto e perché gran parte di loro è stata scelta non già per preclare virtù intellettuali, ma sulla base dell’abilità di far scivolare ben salivate slinguazzate sulle terga del potente di turno. I più intraprendenti hanno fatto di più nell’impegno di tessuti mucosi.
(leggi tutto su l‘Indipendenza – G. Oneto)
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12 Maggio 2013
CEO Saxo Bank: L’euro? Un disastro destinato a fallire! La crisi continuerà
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[…] Riportiamo di seguito i passaggi del discorso di Lars Seier Christensen che analizza il fallimento dell’Euro, dalle cause alle conseguenze. In un modo o nell’altro, dice l’autore, l’Eurozona è destinata a fallire.
La crisi dell’Euro: un totale disastro!
“Francamente, è un disastro totale che peggiora di giorno in giorno. Da Bruxelles, assistiamo ad una litania infinita di promesse di recupero nei prossimi sei mesi. Ogni sei mesi sentiamo dire che l’Euro è sicuro e che basterebbe dare più responsabilità ai Capi di Bruxelles, perché tutto vada bene. Niente potrebbe essere più lontano dalla realtà. Abbiamo appena assistito al quinto salvataggio della zona Euro, ora Slovenia e Malta sono in fila per essere le prossime. Quando, non SE, la Troika arriverà a questi due paesi, si creerà un’assurda situazione per cui la metà dei paesi dell’Eruozona è andata alla distruzione dopo l’adozione della moneta unica, lo stesso EURO al quale hanno deciso di aderire con grandi speranze per il futuro.”
Perché l’Eurozona non funziona?
“Credo che ognuno di noi conosca ormai la risposta. L’euro è un costrutto politico che non ha alcun tipo di fondamento economico o fiscale. Finché non verrà risolto questo, l’Euro sarà spacciato.”
Il capitale politico investito nell’Euro è gigantesco, sottolinea Christensen, per questo verrà mantenuto in vita per il tempo umanamente possibile e, per farlo, sarà utilizzato OGNI strumento di quelli a disposizione. Almeno fino a quando “i non eletti e non affidabili personaggi di Bruxelles si arrenderanno alla realtà. Ma che l’euro sia spacciato, non vi sono dubbi”.
(leggi tutto su Voci dall’estero)
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12 Maggio 2013
Oltre il Ragioniere di Stato: la Ragioneria di Stato
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[…] Ma ancor più importante. Perché scrivere del Ragioniere e non della Ragioneria? Perché non chiedere una volte per tutte di spostarci da un sistema dove quanto si spende e come si spende viene deciso in buona sostanza dai tecnici della Ragioneria – che non fanno vedere i dati in loro possesso né al Parlamento né al Governo (il clamoroso fallimento di Bondi è in parte dovuto alla forte resistenza della Ragioneria a mostrargli i dati ed in parte al fatto che il Governo Monti lo ha abbandonato, lui e la sua spending review, al loro triste destino di oblio) – e dal Ministro dell’Economia ad un sistema come quello chiesto dai Viaggiatori in Movimento dove:
a) il Governo, assistito dalla nuova autorità parlamentare di bilancio, propone al Parlamento dove riallocare in percentuale di PIL le risorse annuali disponibili (tra cui quelle che emergono dalla spending review così da evitare i tagli lineari), disponendone l’allocazione nei capitoli di bilancio dei singoli Ministeri;
b) i singoli Ministri si assumono la responsabilità politica di indicare dove e come effettuare i tagli e le spese attribuitegli al punto a). Le loro ipotesi vengono meramente vidimate tecnicamente dalla Ragioneria e dal Ministero dell’Economia;
c) la Ragioneria (o, meglio, il nuovo Ministero della Qualità della Spesa dei Viaggiatori) verificano trimestralmente che la spesa segua le dinamiche previste e segnalano alla Presidenza del Consiglio, per gli appropriati adeguamenti, eventuali scostamenti anche al fine di gestire al meglio la Tesoreria ed il debito.
Chiunque verrà alla Ragioneria – per quanto migliore di chi lo ha preceduto – è tema irrilevante se il Presidente del Consiglio non si esprimerà chiaramente e fattivamente a favore di una nuova Ragioneria, di una nuova trasparenza, di una nuova volontà di lotta agli sprechi.
Grazie a Patte Lourde.
(leggi tutto su gustavopiga.it)
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10 Maggio 2013
crescita PIL reale per capita nei paesi OCSE, 1990-2011
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10 Maggio 2013
in Italia la tanto decantata austerity non esiste
territoriarchico austerity, spesa-pubblica, taglio-spesa-pubblica Crisi Finanziaria, Economia e Finanza, Spesa pubblica
[…] Cosa significa austerity? Nel gergo comune: tagli della spesa.
Ma è davvero così? Cosa è successo negli ultimi tre anni?
Per vederci bene è essenziale studiare l’andamento della cosiddetta spesa pubblica (Government expenditure in inglese) e quello del PIL.
I paesi che hanno avuto un decremento maggiore della spesa pubblica rispetto al PIL, hanno avuto una discesa dell’incidenza della spesa pubblica sul PIL. Dei quattro PIGS solamente il Portogallo ha denotato questa situazione con una decrescita della spesadi quasi il 12 per cento a fronte di una caduta del PIL del 4,3 per cento.
Cosa è successo invece in Italia, Spagna e Grecia. Nel nostro paese a fronte di un PIL in crescita dello 0,9 per cento in tre anni – situazione da stagnazione – le spese sono cresciute dell’1,3 per cento. In Italia non ci sono segni di austerity dunque o almeno così dicono i dati. Può darsi che ci sia stato un riequilibrio della spesa tra i diversi settori dell’economia gestita dallo Stato.
Lo stesso è successo in Spagna con un PIL in crescita di solo lo 0,1 per cento e delle spese cresciute invece dell’1,6 per cento. Ben diversa è la situazione greca, dove in effetti le spese sono scese del 7 per cento, mentre il PIL è caduto del 12,8 per cento. Una situazione tragica per la Grecia, che nonostante un taglio della spesa ha visto la propria economia avvitarsi in una recessione quasi senza fine.
Certo bisogna ricordare che la spesa per il debito è cresciuta, ma anche questa è una scelta deliberata delle politiche pubbliche. Arrivare al 127 per cento del debito sul PIL in Italia è una scelta intergenerazionale. Significa semplicemente che le generazioni attuali stanno spendendo di più di quanto possono e faranno ricadere le “colpe” del debito sui giovani e sulle prossime generazioni.
La parola austerity, che ha molto attecchito tra molti attori politici, sociali ed economici non sembra che si possa tradurre in italiano in Austerità. La spesa pubblica è aumentata arrivando ormai ad intermediare oltre il 60 per cento dell’economia.
Senza riforme, riforme e tagli degli sprechi dove vogliamo arrivare?
(via Chicago-blog.it)
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30 Maggio 2013
la casta si tiene ben stretto il porcellum
territoriarchico banana-republic, basta-casta, porcellum Castitudine, Partitica, Repubblica Bananiera
Ieri i porci-deputati o deputati-porci non se la sono sentita di mandare alle ortiche il porcellum ripristinando, perlomeno, il mattarellum. Bastava votarne l’abolizione, una cosetta da niente, e tornavano i collegi (anche il mattarellum, comunque, ha qualche ombra eh!). Gli inciucisti (per primi PDL e PD), che in campagna elettorale dicevano ogni due per tre che bisognava assolutamente cambiare la legge elettorale, non l’hanno fatto. Una delle tante vergogne. Devono pensarci, approfondire.
Neanche quelle anime candide del PD (tranne un plotoncino perlopiù di renziani). E te pareva: lo avreste mai detto che queste fogne deambulanti se lo sarebbero messo nel c… da soli nel “clima di incertezza che impera”? Ma daiii! Alla fine sono stati 415 i contrari e 139 i favorevoli. Prendere nota, please. Così si ingrossano le fila degli astensionisti. Speriamo si ingrossino anche quelle degli indipendentisti.
(anche sul BLOZ)