[…] Va bene. Fermiamo il declino. È obbligatoria la domanda sull’evento impensabile: Fermare il Declino vince le elezioni. Tu sei premier. Hai i soliti primi 100 giorni, simbolici e importantissimi. Cosa fai?
Faremmo quattro cose, precise. La prima, il problema dei problemi: i tecnici che, indifferenti ad ogni cambio di colore politico, continuano a governare gli apparati pubblici. Nella testa, quasi tutti loro, pensano che se sale la spesa pubblica (che gestiscono di fatto loro) saliranno le tasse (che però paghiamo tutti). Questo mondo, queste alte burocrazie lì da sempre e per sempre, sono uno dei nodi del declino italiano. È lo stesso ambiente vischioso in cui maturano le distrazioni della Consob su casi come Fonsai, mentre casualmente il figlio dell’ex presidente era consulente di un sorvegliato che andava sorvegliato con grande attenzione… Ecco, nei primi cento giorni valorizzerei quegli alti dirigenti che possono segnare una netta discontinuità – penso al nuovo dg del tesoro, che ha preso il posto di Grilli – e richiamerei in Italia subito le figure giuste. Ad esempio penso al vicepresidente della Bei (Dario Scannapieco, ndr).
Uno spoil system virtuoso per abbattere le caste consolidate.
Io odio la parola spoil system, perché in Italia è sinonimo di lottizzazione, ma se la intendiamo nel modo giusto, cioè come una operazione che valorizza il merito e lega davvero le responsabilità della politica ai risultati che sa ottenere, allora certo cambia tutto.
Ok. Passiamo alla seconda proposta per i primi giorni del governo Giannino.
Bisogna ribaltare la strada imboccata da Monti per le cessioni immobiliari. Servono veicoli di mercato che gestiscano la transizione: la proprietà resta pubblica, ma la gestione viene messa a gara tra gli operatori. Ci sarebbe la fila. Bisognerebbe creare un nuovo veicolo, incardinandolo all’estero dove c’è la certezza del diritto e dei tempi di giustizia, per gestire questi passaggi. Non penso ovviamente alle Cayman, ma ai paesi di diritto anglosassone, dove poche regole chiare chiare renderebbero anche non preoccupanti per le controparti eventuali contenziosi. In questo modo, potremmo incassare miliardi ed essere sicuri di una gestione trasparente, agile, rapida della dismissione del nostro patrimonio immobiliare pubblico.
Va bene. Vai con la terza.
Bisogna modificare la legge di contabilità, e vincolare il taglio della spesa all’abbattimento delle imposte su imprese e lavoro. Un terzo deve servire al taglio dell’Irap, due terzi al taglio del cuneo fiscale. Bisogna insomma garantire che il taglio della spesa serva a un taglio delle tasse, non a trasferire invece spesa da un capitolo all’altro, come ha fatto Monti.
Quarto e ultimo punto di apertura dei lavori?
Bisogna aprire un grande cantiere che ci metta di fronte alla principale diseguaglianza di questo paese. Si fa finta che siamo tutti uguali, le tasse sono uguali per tutti, e non c’è invece un’ammissione fondamentale: giovani, donne, lavoratori con pochi anni di contribuzione, sono meno uguali degli altri. E quindi, anche se in tanti rabbrividiscono, bisogna aggredire questa diseguaglianza garantendo regimi fiscali migliori alle categorie che più, in questi anni, hanno pagato il conto. Del resto, basta vedere cosa ha fatto la Germania: una specie di partita Iva agevolata, con fortissimi sgravi e incentivi per i primi tre anni. Solo così si riequilibrano le differenze di opportunità, ed è anche per questo che la Germania resta il paese più sano d’Europa e con un alto tasso di lavoro femminile, mentre noi abbiamo perso tempo.
4 Gennaio 2013
Contro Monti e contro questo stato: la versione di Oscar
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[…] Va bene. Fermiamo il declino. È obbligatoria la domanda sull’evento impensabile: Fermare il Declino vince le elezioni. Tu sei premier. Hai i soliti primi 100 giorni, simbolici e importantissimi. Cosa fai?
Faremmo quattro cose, precise. La prima, il problema dei problemi: i tecnici che, indifferenti ad ogni cambio di colore politico, continuano a governare gli apparati pubblici. Nella testa, quasi tutti loro, pensano che se sale la spesa pubblica (che gestiscono di fatto loro) saliranno le tasse (che però paghiamo tutti). Questo mondo, queste alte burocrazie lì da sempre e per sempre, sono uno dei nodi del declino italiano. È lo stesso ambiente vischioso in cui maturano le distrazioni della Consob su casi come Fonsai, mentre casualmente il figlio dell’ex presidente era consulente di un sorvegliato che andava sorvegliato con grande attenzione… Ecco, nei primi cento giorni valorizzerei quegli alti dirigenti che possono segnare una netta discontinuità – penso al nuovo dg del tesoro, che ha preso il posto di Grilli – e richiamerei in Italia subito le figure giuste. Ad esempio penso al vicepresidente della Bei (Dario Scannapieco, ndr).
Uno spoil system virtuoso per abbattere le caste consolidate.
Io odio la parola spoil system, perché in Italia è sinonimo di lottizzazione, ma se la intendiamo nel modo giusto, cioè come una operazione che valorizza il merito e lega davvero le responsabilità della politica ai risultati che sa ottenere, allora certo cambia tutto.
Ok. Passiamo alla seconda proposta per i primi giorni del governo Giannino.
Bisogna ribaltare la strada imboccata da Monti per le cessioni immobiliari. Servono veicoli di mercato che gestiscano la transizione: la proprietà resta pubblica, ma la gestione viene messa a gara tra gli operatori. Ci sarebbe la fila. Bisognerebbe creare un nuovo veicolo, incardinandolo all’estero dove c’è la certezza del diritto e dei tempi di giustizia, per gestire questi passaggi. Non penso ovviamente alle Cayman, ma ai paesi di diritto anglosassone, dove poche regole chiare chiare renderebbero anche non preoccupanti per le controparti eventuali contenziosi. In questo modo, potremmo incassare miliardi ed essere sicuri di una gestione trasparente, agile, rapida della dismissione del nostro patrimonio immobiliare pubblico.
Va bene. Vai con la terza.
Bisogna modificare la legge di contabilità, e vincolare il taglio della spesa all’abbattimento delle imposte su imprese e lavoro. Un terzo deve servire al taglio dell’Irap, due terzi al taglio del cuneo fiscale. Bisogna insomma garantire che il taglio della spesa serva a un taglio delle tasse, non a trasferire invece spesa da un capitolo all’altro, come ha fatto Monti.
Quarto e ultimo punto di apertura dei lavori?
Bisogna aprire un grande cantiere che ci metta di fronte alla principale diseguaglianza di questo paese. Si fa finta che siamo tutti uguali, le tasse sono uguali per tutti, e non c’è invece un’ammissione fondamentale: giovani, donne, lavoratori con pochi anni di contribuzione, sono meno uguali degli altri. E quindi, anche se in tanti rabbrividiscono, bisogna aggredire questa diseguaglianza garantendo regimi fiscali migliori alle categorie che più, in questi anni, hanno pagato il conto. Del resto, basta vedere cosa ha fatto la Germania: una specie di partita Iva agevolata, con fortissimi sgravi e incentivi per i primi tre anni. Solo così si riequilibrano le differenze di opportunità, ed è anche per questo che la Germania resta il paese più sano d’Europa e con un alto tasso di lavoro femminile, mentre noi abbiamo perso tempo.
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