Io uso poco i contanti e una imposta che volesse penalizzarne l’utilizzo non mi darebbe granché fastidio. Sono un lavoratore dipendente e non ho simpatia per gli evasori per cui dovrei essere a favore della idea che Milena Gabanelli ripropone dalle pagine del Corriere.
C’è tuttavia una maledizione terribile che mi impedisce di farlo: dispongo di un cervello funzionante e ragionando brevemente sulla proposta mi sembra che sia inutile ai fini della lotta all’evasione e potenzialmente dannosa per i contribuenti onesti. Aggiungete la sgradevole ostinazione di mettere in discussione le cose che trovo incongruenti anche se le dice una giornalista famosa dalle colonne del Corriere della sera (più volte) oltre che da una trasmissione televisiva molto seguita ed ecco pronto questo pezzo tremendamente antipatico.
Le mie obbiezioni principali si possono riassumere così:
1- Tassare versamenti e prelievi in banca non ha effetti contro gli evasori perché i soldi in nero non transitano dalle banche e colpirebbe solo i cittadini onesti che usano intermediari finanziari
2- Esistono ostacoli pratici insormontabili legati alla natura dei mezzi di pagamento: scoraggiarne uno rende conveniente crearne di nuovi
3- Il costo finale che ricade sui consumatori non si può eliminare proibendolo per legge: le banche e gli intermediari riusciranno sempre (forti anche della scarsa concorrenza) a trasferirli sui clienti finali
In merito al punto 1 va rilevato che il nero funziona come un circuito parallelo: il locatore incassa in nero e poi spende in nero, idem il dentista o il macellaio. Tassare prelievi e versamenti non ha alcun effetto su questo circuito sul quale, per esempio, impatta il limite di importo per gli acquisti fatti in contanti (oggi 1000€). Col limite esistente, l’evasore ha difficoltà a spendere i soldi neri perché non può pagare in contanti più di 1000€. La tassa sui prelievi e versamenti invece non ha alcun effetto su chi incassa in contanti e poi spende questi contanti presso altri soggetti interessati ad evadere e colpirebbe invece chi è costretto dall’arretratezza del nostro sistema a fare pagamenti in contanti. […]
24 Agosto 2012
3 Buoni Motivi per non tassare i contanti
territoriarchico dagli-all'evasore, stato-tiranno Economia e Finanza
Io uso poco i contanti e una imposta che volesse penalizzarne l’utilizzo non mi darebbe granché fastidio. Sono un lavoratore dipendente e non ho simpatia per gli evasori per cui dovrei essere a favore della idea che Milena Gabanelli ripropone dalle pagine del Corriere.
C’è tuttavia una maledizione terribile che mi impedisce di farlo: dispongo di un cervello funzionante e ragionando brevemente sulla proposta mi sembra che sia inutile ai fini della lotta all’evasione e potenzialmente dannosa per i contribuenti onesti. Aggiungete la sgradevole ostinazione di mettere in discussione le cose che trovo incongruenti anche se le dice una giornalista famosa dalle colonne del Corriere della sera (più volte) oltre che da una trasmissione televisiva molto seguita ed ecco pronto questo pezzo tremendamente antipatico.
Le mie obbiezioni principali si possono riassumere così:
1- Tassare versamenti e prelievi in banca non ha effetti contro gli evasori perché i soldi in nero non transitano dalle banche e colpirebbe solo i cittadini onesti che usano intermediari finanziari
2- Esistono ostacoli pratici insormontabili legati alla natura dei mezzi di pagamento: scoraggiarne uno rende conveniente crearne di nuovi
3- Il costo finale che ricade sui consumatori non si può eliminare proibendolo per legge: le banche e gli intermediari riusciranno sempre (forti anche della scarsa concorrenza) a trasferirli sui clienti finali
In merito al punto 1 va rilevato che il nero funziona come un circuito parallelo: il locatore incassa in nero e poi spende in nero, idem il dentista o il macellaio. Tassare prelievi e versamenti non ha alcun effetto su questo circuito sul quale, per esempio, impatta il limite di importo per gli acquisti fatti in contanti (oggi 1000€). Col limite esistente, l’evasore ha difficoltà a spendere i soldi neri perché non può pagare in contanti più di 1000€. La tassa sui prelievi e versamenti invece non ha alcun effetto su chi incassa in contanti e poi spende questi contanti presso altri soggetti interessati ad evadere e colpirebbe invece chi è costretto dall’arretratezza del nostro sistema a fare pagamenti in contanti. […]
(leggi tutto su Linkiesta – Massimo Famularo)
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