Il nostro paese ha registrato il secondo risultato peggiore dell’eurozona, solo la Grecia con un rapporto debito/pil del 160,5% fà peggio di noi.
Crisi Finanziaria
22 Luglio 2013
Eurostat: rapporto debito/pil dell’Italia a quota 130,3%
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5 Luglio 2013
sveglia che arriva la ripresa …
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(via @carloalberto)
29 Maggio 2013
Antonio Maria Rinaldi: “L’Euro è un fallimento”. AnteprimaWeb del 24 maggio 2013
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http://youtu.be/VkAwX23t3CU
29 Maggio 2013
Il blob del PUD€! Il meglio del peggio! (almeno fino ad ora)
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Il blob del PUD€! Il meglio del peggio! (almeno fino ad ora)
12 Maggio 2013
CEO Saxo Bank: L’euro? Un disastro destinato a fallire! La crisi continuerà
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[…] Riportiamo di seguito i passaggi del discorso di Lars Seier Christensen che analizza il fallimento dell’Euro, dalle cause alle conseguenze. In un modo o nell’altro, dice l’autore, l’Eurozona è destinata a fallire.
La crisi dell’Euro: un totale disastro!
“Francamente, è un disastro totale che peggiora di giorno in giorno. Da Bruxelles, assistiamo ad una litania infinita di promesse di recupero nei prossimi sei mesi. Ogni sei mesi sentiamo dire che l’Euro è sicuro e che basterebbe dare più responsabilità ai Capi di Bruxelles, perché tutto vada bene. Niente potrebbe essere più lontano dalla realtà. Abbiamo appena assistito al quinto salvataggio della zona Euro, ora Slovenia e Malta sono in fila per essere le prossime. Quando, non SE, la Troika arriverà a questi due paesi, si creerà un’assurda situazione per cui la metà dei paesi dell’Eruozona è andata alla distruzione dopo l’adozione della moneta unica, lo stesso EURO al quale hanno deciso di aderire con grandi speranze per il futuro.”
Perché l’Eurozona non funziona?
“Credo che ognuno di noi conosca ormai la risposta. L’euro è un costrutto politico che non ha alcun tipo di fondamento economico o fiscale. Finché non verrà risolto questo, l’Euro sarà spacciato.”
Il capitale politico investito nell’Euro è gigantesco, sottolinea Christensen, per questo verrà mantenuto in vita per il tempo umanamente possibile e, per farlo, sarà utilizzato OGNI strumento di quelli a disposizione. Almeno fino a quando “i non eletti e non affidabili personaggi di Bruxelles si arrenderanno alla realtà. Ma che l’euro sia spacciato, non vi sono dubbi”.
(leggi tutto su Voci dall’estero)
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10 Maggio 2013
in Italia la tanto decantata austerity non esiste
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[…] Cosa significa austerity? Nel gergo comune: tagli della spesa.
Ma è davvero così? Cosa è successo negli ultimi tre anni?
Per vederci bene è essenziale studiare l’andamento della cosiddetta spesa pubblica (Government expenditure in inglese) e quello del PIL.
I paesi che hanno avuto un decremento maggiore della spesa pubblica rispetto al PIL, hanno avuto una discesa dell’incidenza della spesa pubblica sul PIL. Dei quattro PIGS solamente il Portogallo ha denotato questa situazione con una decrescita della spesadi quasi il 12 per cento a fronte di una caduta del PIL del 4,3 per cento.
Cosa è successo invece in Italia, Spagna e Grecia. Nel nostro paese a fronte di un PIL in crescita dello 0,9 per cento in tre anni – situazione da stagnazione – le spese sono cresciute dell’1,3 per cento. In Italia non ci sono segni di austerity dunque o almeno così dicono i dati. Può darsi che ci sia stato un riequilibrio della spesa tra i diversi settori dell’economia gestita dallo Stato.
Lo stesso è successo in Spagna con un PIL in crescita di solo lo 0,1 per cento e delle spese cresciute invece dell’1,6 per cento. Ben diversa è la situazione greca, dove in effetti le spese sono scese del 7 per cento, mentre il PIL è caduto del 12,8 per cento. Una situazione tragica per la Grecia, che nonostante un taglio della spesa ha visto la propria economia avvitarsi in una recessione quasi senza fine.
Certo bisogna ricordare che la spesa per il debito è cresciuta, ma anche questa è una scelta deliberata delle politiche pubbliche. Arrivare al 127 per cento del debito sul PIL in Italia è una scelta intergenerazionale. Significa semplicemente che le generazioni attuali stanno spendendo di più di quanto possono e faranno ricadere le “colpe” del debito sui giovani e sulle prossime generazioni.
La parola austerity, che ha molto attecchito tra molti attori politici, sociali ed economici non sembra che si possa tradurre in italiano in Austerità. La spesa pubblica è aumentata arrivando ormai ad intermediare oltre il 60 per cento dell’economia.
Senza riforme, riforme e tagli degli sprechi dove vogliamo arrivare?
(via Chicago-blog.it)
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10 Maggio 2013
ce lo chiede l’europa …
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10 Aprile 2013
Emmott: “Italia al collasso, Beppe Grillo è un rantolo di fine corsa”
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“Se state annegando in una crisi che definite senza precedenti è perché gli argini della società civile non hanno retto. In Italia si è verificato un collasso di tutti gli organi vitali della comunità: prima la politica certo. Ma poi la Chiesa, poi la famiglia, infine l’informazione. Un birillo caduto sull’altro, un effetto domino disastroso. Non c’è istituzione salva, integra, degna. Alla fine, del vostro Paese resta il corpo scheletrito, ridotto alla fame. Lo scuoti ma non ricevi segnali di vita. Lo osservi e lo trovi immobile, insensibile a qualunque sollecitazione. Il voto a Beppe Grillo non è altro che un sussulto, un rantolo di fine corsa, un moto di rabbia e impotenza insieme”.
(leggi tutto su il Fatto Quotidiano)
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31 Marzo 2013
Capire la Crisi dell’Europa in 9 slides (per Super-Dummies)
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In questo articolo grafico vorrei spiegare l’attuale crisi che conosciamo in Italia da 4 anni. La Teoria e’ il Ciclo di Frenkel, teoria che finora ha funzionato alla perfezione, immancabilmente e sistematicamente per le casistiche di Unioni Valutarie o nei casi di adozione di una Valuta estera da parte di una nazione piu’ debole. Ovviamente l’ho rielaborata ed adattata graficamente, con l’obiettivo di renderla fruibile a chiunque.
(leggi tutto l’articolo su Scenarieconomici.it)
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14 Settembre 2013
Europa alla resa dei conti (Bagnai esce dalla ‘Gabbia’ …)
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“Quando si chiude una porta si apre un portone. Che fa rima con lui. E ora bagagli per Dublino. Vado al fresco.” (@AlbertoBagnai)
http://youtu.be/zg8ogpfdst4