Previsioni e consuntivo della Commissione Europea riguardanti i dati di crescita della Grecia. La Baldracca Europea
(via Rischio Calcolato)
12 Novembre 2012
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Previsioni e consuntivo della Commissione Europea riguardanti i dati di crescita della Grecia. La Baldracca Europea
(via Rischio Calcolato)
11 Novembre 2012
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12 Ottobre 2012
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Nelle motivazioni per il Nobel della pace all’Unione europea, i commissari norvegesi commettono una dimenticanza, anzi un´omissione grave. L’Europa ha vissuto nei Balcani un decennio di conflitti, di guerre sanguinarie, di feroci scontri etnico-religiosi, come mai si era visto dopo la seconda guerra mondiale. Quello scontro ha ragioni antiche, profonde che sono state analizzate mille volte. Ma ha anche un innesco preciso e in esso hanno messo il loro zampino proprio i Paesi membri dell’Unione europea, a cominciare dalla Germania. Il riconoscimento della secessione slovena e soprattutto di quella croata, senza prima convocare una conferenza paneuropea (con il coinvolgimento della Russia e degli Stati Uniti) per decidere l’assetto dei Balcani post comunisti e post-jugoslavi, è stato un errore costato una catena di orrori e di vite umane, al limite del genocidio. Certo, la colpa principale è del nazionalismo serbo e croato. Ma c’è una responsabilità politica dell´Ue che non può essere ignorata.
(leggi tutto su formiche.net)
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9 Settembre 2012
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(via Byoblu.com)
19 Agosto 2012
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(via Rischio Calcolato – Er)
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15 Agosto 2012
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Non è facile immaginare quello che potrebbe succedere se mai si dovesse lasciare l’euro per tornare alla lira. Ai soliti e facili catastrofismi bisogna contrapporre un pensiero più ordinato con un approccio più meditato. E’ quello che fa Alberto Bagnai in questo articolo che va letto per intero su FQ:
[…] Il terrorismo si fa allora più subdolo: “fuori dall’euro c’è l’iperinflazione, sarà come a Weimar, andremo a fare la spesa con una carriola di monete, compreremo il giornale con un chilo di lire in tasca”. Affermazioni confezionate sapientemente, per far breccia nelle menti degli elettori più ingenui (sperando siano i più numerosi). In queste parole lievemente imprecise certo non può esserci buona fede. Cerchiamo di riportarci almeno un minimo di buon senso:
(1) Tutti concordano sul fatto che si tornerà alle valute nazionali con un cambio uno a uno: un euro per una “nuova lira” (vedi Sapir, Bootle, ecc.). È la cosa più semplice e razionale da fare per facilitare la transizione e per evitare fregature come quella che ci siamo presa con il passaggio dalla lira all’euro (vedi oltre).
(2) Ci sarà una svalutazione, ovvio: usciamo proprio per non essere stritolati da un cambio troppo forte. Di quanto sarà? Le stime vanno da un 20% (Altomonte) a un 30% (Bootle).
(3) Come si calcola? […]
(4) Sarà una catastrofe? No. Tanto per capirci, questo è più o meno l’ammontare della svalutazione che subì l’euro nel primo anno di vita (26.7% dal gennaio 1999 all’ottobre 2000). Attenzione: noi l’euro non lo avevamo ancora in tasca, ma già lo usavamo negli scambi internazionali, cioè per comprare i dollari necessari ad acquistare le materie prime (i cui prezzi erano in crescita). Qualcuno ricorda carriole in giro per le strade?
(5) L’inflazione aumenterà di 30 punti, arrivando al 33%! No, appunto. […]
Insomma: l’idea dell’on. Bersani che il giorno dopo la liberazione andremo a comprare il giornale con 2323 monete da una lira in tasca (al posto di 1,20€) è molto pittoresca. A noi piace ricordarlo così, con la sua eloquenza immaginifica e le sue maniche rimboccate, a ostentare pragmatismo. Se il governo farà il suo lavoro, ci si andrà con 1.20 nuove lire, che diventeranno 1.30 dopo un anno (contando che l’inflazione aumenti di 6 punti, ad esser pessimisti). Non mi pare una tragedia, rispetto al devastante cambio 1000 lire = 1 euro, che abbiamo subìto per la colpevole inerzia del governo Berlusconi. Proprio questa esperienza recente ci aiuterà a fare più attenzione.
1 Luglio 2012
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La favoletta del superMario (sgonfio) di ritorno dal vertice europeo raccontata con i piedi per terra, senza l’aiuto di Pindaro. Qui quanto pensa F. Goria, su Keynes Blog de Linkiesta gli altri estratti (Cesaratto e Piga):
Fabrizio Goria sul suo blog ospitato da Linkiesta ci va giù pesante: “La farsa del consiglio europeo che doveva salvare l’euro”. Scrive Goria:
L’accordo salva-euro è già partito nel peggiore dei mondi. Nonostante i proclami, dal Consiglio europeo è emerso poco. Non devono illudere i guadagni sul mercato azionario. Nel mondo dei bond governativi, dopo due ore di rally tutto è tornato sulle stesse quote di ieri. Il tasso d’interesse del titolo di Stato decennale italiano è tornato sopra il 6% mentre quello spagnolo a ridosso del 7 per cento.
Per accedere alle risorse di European financial stability facility (Efsf) ed European stability mechanism (Esm) ci saranno delle condizioni, come previsto dalle Guidelines dell’Efsf sugli interventi nel mercato obbligazionario primario e secondario. Queste saranno controllate da Banca centrale europea e Commissione europea […]
Non solo. Lo statement del Consiglio europeo spiega che i fondi erogati dallo Esm non avranno uno status senior, che avrebbe posto delle concrete problematiche legali in caso di erogazione diretta verso gli istituti di credito. Anche in questo caso, dalla cancelleria della Merkel hanno spiegato che la seniority non si applicherà esclusivamente agli aiuti verso la Spagna.
Per tutte le altre fattispecie, oltre alla seniority, ci dovrà essere l’unanimità del Consiglio europeo, oltre che del Parlamento tedesco. La stessa condizione, attualmente, è posta anche sull’intervento dei due fondi sul mercato obbligazionario secondario. E l’unanimità, per ora, non c’è: Finlandia e Olanda hanno nella notte hanno espresso il loro disappunto.
La discussione è quindi rimandata all’Eurogruppo di inizio luglio. In quel vertice saranno discussi i ruoli di Efsf ed Esm […] Considerato che l’Efsf ha una dotazione ridotta rispetto al suo valore iniziale, il suo utilizzo non potrà che essere limitato. Dai 440 miliardi di euro iniziali vanno infatti tolti i circa 200 miliardi già erogati per Grecia, Irlanda e Portogallo, più parte dei 100 che sono da destinare alla Spagna. Troppo pochi per sostenere sul mercati obbligazionari sia Spagna sia Italia da qui fino alla fine dell’anno, quando saranno ultimati i conferimenti allo European stability mechanism.
13 Giugno 2012
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Linkiesta lo aveva riportato questa mattina in lingua originale, a corredo di un proprio articolo. Poi, nel pomeriggio, è arrivata la “traduzione” di Byoblu.com (grazie). Per quel che conta: non ho personalmente alcun dubbio che la copertura di 100 mld, in questo momento in cui in Spagna si vuole comprimere ad un tempo sia il debito pubblico che quello privato, si allargherà almeno di quattro volte. Per avere ragione … basterà aspettare.
[…] E allora ecco Farage attaccare a testa bassa: l’accordo con Madrid «rende le cose peggiori. Sul tavolo sono stati messi 100 miliardi e il 20% deve venire dall’Italia. Gli italiani devono prestare agli spagnoli al 3% ma per avere quei soldi devono prenderli in prestito sui mercati al 7%. È genio no? Brillante. Quello che facciamo con questi aiuti è portare paesi come l’Italia verso nuove richieste d’aiuto»
4 Giugno 2012
territoriarchico crisi-finanziaria, uscita-dall-euro, verso-la-bancarotta Crisi Finanziaria, Europatia
[…] Ci avevano detto che con “più Europa” alias “Sme credibile” avremmo abbattuto il nostro differenziale di inflazione e favorito la nostra crescita rendendo sostenibile il cambio fisso con la Germania. Il risultato è stata la crisi del 1992.
Ci avevano detto che con “più Europa” alias “moneta unica” avremmo potuto influire sulla gestione della politica monetaria europea (e non ci stiamo riuscendo nemmeno con un italiano alla presidenza della Bce) e avremmo beneficiato di bassi tassi di interesse (e lo spread è sopra i 400 punti).
Ora ci dicono che con “più Europa” alias “unione fiscale” tutto andrà a posto, perché, udite udite, naturalmente potremo fare tanti bei trasferimenti a vantaggio dei paesi in difficoltà (e come no!), finanziando in essi, tramite gli eurobond (euroche?), “un sacco di bei proggetti che porteranno un sacco de crescita un sacco bbella…”
Voi ci credete?
Io no. Sono diventato un pochino mißtrauisch. Che ci volete fare? Sarà l’età! E quindi io “herein” non lo dico. E mi dispiace tanto se Angela non mi dirà “so gefällst du mir.” Ho elaborato lutti amorosi peggiori.
Perché vedete, io non so voi come traducete “wer immer strebend sich bemüht, den können wir erlösen“. Io lo traduco: perseverare diabolicum. Mi direte che non mi intendo molto di latino, e forse nemmeno di tedesco. Può essere. Ma mi intendo un po’ di economia. Prima di vedere tanti bei progetti finanziati in Vestfalia o in Turingia coi soldi nostri (perché tanto andrebbe a finire così), preferirei che ci tirassimo fuori. Vedete voi…
(ma poi non dite che non ve lo avevo detto… e a De Bortoli, con grande stima, non invidio proprio nulla!)
(via Goofynomics) da leggersi per intero, ne vale la pena
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6 Dicembre 2012
cambiare moneta: il ruolo delle aspettative nella gestione del processo – Claudio Borghi
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