E’ un triste Oscar Giannino, quello che ci accoglie nella sede nazionale di Fare per Fermare il Declino. Indossa una camicia color malva, intonata alla perfezione con i festoni inneggianti alla vittoria che penzolano tristi da pareti nelle quali si intravedono, quà e la, macchie di muffa. I risultati sono sotto gli occhi di tutti; in tutta Italia la lista ha ottenuto 24 voti. Lo stesso numero di lettori che sornionamente si attribuiva il Manzoni, senza tuttavia crederci. Carlo Stagnaro continua a soffiare nella lingua di menelicche che ha in bocca; dagli sguardi che gli rivolgono si capisce che tutti i presenti vorrebbero fargliela ingoiare. Michele Boldrin lancia improperi irriferibili rivolti, con equanimità e senza particolari distinzioni, ad umani e divinità. Alberto Bisin, sprofondato in un sofà, legge il Wall Street Journal ed è incerto se sgranocchiare pistacchi o aprire una confezione di datteri che ha appena adocchiato. Sandro Brusco, poco più in là, piange sommessamente e ripete in continuazione “Non è possibile, non è possibile, eppure i sondaggi…”. Andrea Moro per cercare di consolarlo gli sussurra “Dai, vediamo i numeri più in dettaglio, magari dai risultati circoscrizione per circoscrizione…”. Ma Brusco lo fulmina con lo sguardo: ”li ho già guardati, comune per comune; zero voti a Buccinasco. Neanche la mamma, capisci? Neanche la mamma!”.
Luigi Zingales, che indossa un batik giavanese, splendido anche se non particolarmente adatto ai rigori della stagione, si mordicchia le dita e guarda la televisione dove scorrono i risultati, oramai definitivi, di questa tornata elettorale. Franco Bocchini ripete senza requie “Datemi un bazooka, so io come utilizzarlo…”, ma nessuno gli da retta. Marco Esposito gira con un vassoio pieno di bicchierini di plastica con il suo limoncello temperatura ambiente e sollecita i presenti ad assaggiare la mozzarella che ha portato da casa. Alessandro de Nicola ne afferra una intera e, tra un morso e l’altro, dice “Beh a questo punto a me è venuta fame, che ne dite di andare a mangiare un boccone?” Alberto Bisin viene trattenuto a stento mentre cerca di picchiarlo la dove fa più male, ma poi si accascia nuovamente sul sofà. Oscar Giannino, a questo punto, attacca una vecchia canzone di Bobby Solo e tutti, abbracciandosi, cantano assieme a lui.
22 Dicembre 2012
FiD: il giorno della sconfitta e quello della vittoria
territoriarchico fermare-il-declino Fermare il declino
Il giorno della sconfitta
E’ un triste Oscar Giannino, quello che ci accoglie nella sede nazionale di Fare per Fermare il Declino. Indossa una camicia color malva, intonata alla perfezione con i festoni inneggianti alla vittoria che penzolano tristi da pareti nelle quali si intravedono, quà e la, macchie di muffa. I risultati sono sotto gli occhi di tutti; in tutta Italia la lista ha ottenuto 24 voti. Lo stesso numero di lettori che sornionamente si attribuiva il Manzoni, senza tuttavia crederci. Carlo Stagnaro continua a soffiare nella lingua di menelicche che ha in bocca; dagli sguardi che gli rivolgono si capisce che tutti i presenti vorrebbero fargliela ingoiare. Michele Boldrin lancia improperi irriferibili rivolti, con equanimità e senza particolari distinzioni, ad umani e divinità. Alberto Bisin, sprofondato in un sofà, legge il Wall Street Journal ed è incerto se sgranocchiare pistacchi o aprire una confezione di datteri che ha appena adocchiato. Sandro Brusco, poco più in là, piange sommessamente e ripete in continuazione “Non è possibile, non è possibile, eppure i sondaggi…”. Andrea Moro per cercare di consolarlo gli sussurra “Dai, vediamo i numeri più in dettaglio, magari dai risultati circoscrizione per circoscrizione…”. Ma Brusco lo fulmina con lo sguardo: ”li ho già guardati, comune per comune; zero voti a Buccinasco. Neanche la mamma, capisci? Neanche la mamma!”.
Luigi Zingales, che indossa un batik giavanese, splendido anche se non particolarmente adatto ai rigori della stagione, si mordicchia le dita e guarda la televisione dove scorrono i risultati, oramai definitivi, di questa tornata elettorale. Franco Bocchini ripete senza requie “Datemi un bazooka, so io come utilizzarlo…”, ma nessuno gli da retta. Marco Esposito gira con un vassoio pieno di bicchierini di plastica con il suo limoncello temperatura ambiente e sollecita i presenti ad assaggiare la mozzarella che ha portato da casa. Alessandro de Nicola ne afferra una intera e, tra un morso e l’altro, dice “Beh a questo punto a me è venuta fame, che ne dite di andare a mangiare un boccone?” Alberto Bisin viene trattenuto a stento mentre cerca di picchiarlo la dove fa più male, ma poi si accascia nuovamente sul sofà. Oscar Giannino, a questo punto, attacca una vecchia canzone di Bobby Solo e tutti, abbracciandosi, cantano assieme a lui.
(Ma c’è anche il Giorno della vittoria … tutto su noisefromamerika.org)
—