Lasciata la Lega, dopo anni di militanza e di servizio in Regione, già assessore alla Sanità, Sandro Sandri sta raccogliendo le 14 firme (più la sua), necessarie per indire un Consiglio regionale straordinario. Un Consiglio in cui si discuta, e si voti, una risoluzione sull’eventuale indizione di un referendum sull’indipendenza del Veneto. Raggiunto al telefono, ha risposto alle nostre domande.
Quando e come è nato il suo interessamento per la risoluzione pro referendum? C’è un legame fra l’abbandono del gruppo consiliare leghista e la battaglia che ha intrapreso? Nessun legame. La questione è semplice: io sono stato e sono ancora un federalista convinto. Negli ultimi anni, 15 per essere chiaro, ho sempre collaborato con la Lega, da cui sono uscito per questioni di carattere personale e non politico. Semplicemente le due cose si sono accavallate. A dire la verità, ho appreso della questione referendum sui giornali, ho visto che erano state raccolte alcune migliaia di firme e che queste firme erano state portate prima a Zaia, poi a Ruffato… e non mi è andata bene. Detto chiaramente: non ho trovato corretto che un tema così importante fosse stato derubricato passando attraverso l’avvocatura regionale, senza il parere di chi è stato eletto dal popolo e col popolo, molto più dei parlamentarti, che sono praticamente nominati, ha un vincolo elettorale molto stretto. Da lì ho pensato che sarebbe stato opportuno che anche la Lega stessa non si lasciasse scappare l’occasione di discutere e votare una mozione su questo e ho presentato questa mia perplessità durante l’ultima riunione di gruppo consiliare a cui ho partecipato, prima di restituire la tessera del partito. Successivamente ho mandato una e-mail a tutti consiglieri, chiedendo delle firme. Ne bastano 15 per l’indizione di un Consiglio straordinario.
Nessun legame diretto con uno specifico movimento indipendentista? No. Provo molta simpatia nei confronti di quasi tutta la galassia indipendentista, anche se, purtroppo, è composta di troppi gruppi, piuttosto litigiosi e non raramente armati di poca volontà. Quando si combattono battaglie come le loro, bisognerebbe essere in grado di fare fronte comune, altrimenti finisce che qualcuno ride, et impera, alle tue spalle.
18 Ottobre 2012
Intervista a Sandri: “Al referendum voterei per l’indipendenza”
territoriarchico indipendenza-dall'-italia, verso-l'-indipendenza Indipendenza
di CARLO MELINA
Lasciata la Lega, dopo anni di militanza e di servizio in Regione, già assessore alla Sanità, Sandro Sandri sta raccogliendo le 14 firme (più la sua), necessarie per indire un Consiglio regionale straordinario. Un Consiglio in cui si discuta, e si voti, una risoluzione sull’eventuale indizione di un referendum sull’indipendenza del Veneto. Raggiunto al telefono, ha risposto alle nostre domande.
Quando e come è nato il suo interessamento per la risoluzione pro referendum? C’è un legame fra l’abbandono del gruppo consiliare leghista e la battaglia che ha intrapreso?
Nessun legame. La questione è semplice: io sono stato e sono ancora un federalista convinto. Negli ultimi anni, 15 per essere chiaro, ho sempre collaborato con la Lega, da cui sono uscito per questioni di carattere personale e non politico. Semplicemente le due cose si sono accavallate. A dire la verità, ho appreso della questione referendum sui giornali, ho visto che erano state raccolte alcune migliaia di firme e che queste firme erano state portate prima a Zaia, poi a Ruffato… e non mi è andata bene. Detto chiaramente: non ho trovato corretto che un tema così importante fosse stato derubricato passando attraverso l’avvocatura regionale, senza il parere di chi è stato eletto dal popolo e col popolo, molto più dei parlamentarti, che sono praticamente nominati, ha un vincolo elettorale molto stretto. Da lì ho pensato che sarebbe stato opportuno che anche la Lega stessa non si lasciasse scappare l’occasione di discutere e votare una mozione su questo e ho presentato questa mia perplessità durante l’ultima riunione di gruppo consiliare a cui ho partecipato, prima di restituire la tessera del partito. Successivamente ho mandato una e-mail a tutti consiglieri, chiedendo delle firme. Ne bastano 15 per l’indizione di un Consiglio straordinario.
Nessun legame diretto con uno specifico movimento indipendentista?
No. Provo molta simpatia nei confronti di quasi tutta la galassia indipendentista, anche se, purtroppo, è composta di troppi gruppi, piuttosto litigiosi e non raramente armati di poca volontà. Quando si combattono battaglie come le loro, bisognerebbe essere in grado di fare fronte comune, altrimenti finisce che qualcuno ride, et impera, alle tue spalle.
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