È bastato agitare da lontano lo spauracchio di una «resistenza passiva» al pagamento dell’Imu per far scandalizzare tutti i benpensanti che si sono affrettati ad alzare il dito e dire «non si fa». In condizioni normali non si deve nemmeno pensare di giocare a brigante con lo Stato, con cui ci dovrebbe essere un patto di reciproca lealtà, tuttavia possiamo dire che lo Stato si è meritato la fiducia che pretende? La risposta è assolutamente no, in realtà la lotta fra il cittadino e il fisco si è combattuta a colpi di furberie, dispetti, incostituzionalità palesi o latenti, piccole e grandi vessazioni che hanno sempre avuto come prima vittima il contribuente onesto. Non deve quindi stupire che quello stesso cittadino informato possa anche industriarsi a cercare scappatoie legali.
[…]
Bello schema: lo Stato inventa una tassa illegittima, le imprese pagano, la Corte europea cancella il balzello e poi lo Stato congegna un regolamento capestro per impedire i rimborsi. Bel modo di pretendere lealtà dai contribuenti. E si che le regole per fondare un corretto patto fiscale sarebbero semplici: aliquote ragionevoli, nessuna tassa patrimoniale in quanto doppia imposizione (agisce su beni già tassati) e norme fiscali non retroattive così come esplicitamente previsto dallo statuto del contribuente. Se invece lo Stato gioca a fare il furbo poi non si stupisca se anche altri vogliono giocare.
4 Giugno 2012
la lotta del cittadino contro lo stato esattore
territoriarchico agenzia-entrate, governo-monti, imposizione-fiscale, imu Tartassati
È bastato agitare da lontano lo spauracchio di una «resistenza passiva» al pagamento dell’Imu per far scandalizzare tutti i benpensanti che si sono affrettati ad alzare il dito e dire «non si fa». In condizioni normali non si deve nemmeno pensare di giocare a brigante con lo Stato, con cui ci dovrebbe essere un patto di reciproca lealtà, tuttavia possiamo dire che lo Stato si è meritato la fiducia che pretende? La risposta è assolutamente no, in realtà la lotta fra il cittadino e il fisco si è combattuta a colpi di furberie, dispetti, incostituzionalità palesi o latenti, piccole e grandi vessazioni che hanno sempre avuto come prima vittima il contribuente onesto. Non deve quindi stupire che quello stesso cittadino informato possa anche industriarsi a cercare scappatoie legali.
[…]
Bello schema: lo Stato inventa una tassa illegittima, le imprese pagano, la Corte europea cancella il balzello e poi lo Stato congegna un regolamento capestro per impedire i rimborsi. Bel modo di pretendere lealtà dai contribuenti. E si che le regole per fondare un corretto patto fiscale sarebbero semplici: aliquote ragionevoli, nessuna tassa patrimoniale in quanto doppia imposizione (agisce su beni già tassati) e norme fiscali non retroattive così come esplicitamente previsto dallo statuto del contribuente. Se invece lo Stato gioca a fare il furbo poi non si stupisca se anche altri vogliono giocare.
(via Il Giornale – Claudio Borghi)
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