22 Febbraio 2013
elezioni 2013: verso un menage a trois …
territoriarchico campagna-elettorale-2013 Cialtroni al lavoro
21 Febbraio 2013
Giannino esecrato da chi lo glorificò
territoriarchico fermare-il-declino Gemme di Saggezza
[…] Oggi Giannino è inseguito dall’ esecrazione di quegli stessi intellettuali che lo avevano glorificato e sventolato come una bandiera, a cominciare dal professore Zingales che lo ha denunziato a soli cinque giorni dal voto consegnandolo alla macchina del fango dei giornali di Berlusconi che, con la loro proverbiale e famosa innocenza, lo stanno trattando come il diavolo perché è a Berlusconi che forse Giannino poteva rosicchiare qualche punto in percentuale. E si distinguono proprio quei colleghi che lo ebbero come direttore a Libero Mercato.
Mi auguro che Giannino ne rida, all’inizio magari a denti stretti. Qui infatti la critica politica cede il passo alla letteratura, all’ antropologia del falsario visionario, al rapido esploratore dell’incognito che si è permesso qualche escursione nei territori del vuoto. Speriamo che alla fine la risata diventi fragorosa e che Giannino brindi a tutti noi esclamando come il Giannetto della Cena delle beffe: <Chi non beve con me, peste lo colga>.
(da leggere per intero, ne vale veramente la pena, di Francesco Merlo su “Il mattoide italiano nell’abisso della patacca“)
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21 Febbraio 2013
la vittoria in tasca di Berlusconi
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19 Febbraio 2013
Fare per fermare il Giannino
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Fare per fermare il Giannino
massimo gramellini
Scrivere per criticare Giannino essere troppo facile. Uno che fondare un partito che parlare come la Mamie di «Via col vento» («Fare per fermare il declino») avere bisogno di tanto affetto e comprensione. Perciò io non capire perché, a una settimana dal voto, l’economista Luigi Zingales fare cagnara per fermare il Giannino, dopo avere scoperto che lui millantare un master di economia all’università di Chicago.
Giannino avere fatto l’incauta affermazione in tv, non per truffare il destino ma per titillare il suo ego smisuratino: nelle immagini essere possibile vedere come lui abbassare la voce e storcere gli occhi e la bocca mentre pronunciare le parole «master all’università di Chicago». In realtà Giannino essere andato a Chicago in vacanza per imparare rudimenti della lingua inglese: to make to stop the decline. (In inglese non usare il doppio infinito, ma questo imparare solo nel secondo master).
Come milioni di altri italiani davanti alla moglie o a Equitalia, Giannino non inventare completamente la realtà: solo un po’ migliorare. Per lui il master di Chicago essere come fiore all’occhiello delle sue giacche color formigoni: un apostrofo rosa fra le parole «me amare». Certo, in Germania due ministri essersi dimessi per laurea taroccata. Ma io dire: con tutti i guai e i cialtroni che noi avere, essere questo il problema? Bugie assomigliare a omeopatia: in piccole dosi aiutare a difendersi dalle grandi. Ieri il primo a dare del bugiardo a Giannino essere stato uno che per fermare il proprio declino avere fatto votare dal Parlamento che Ruby essere la nipote di Mubarak.
(via La Stampa.it)
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19 Febbraio 2013
Monti e gli italiani minorati
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(via @ItaliaOggi)
16 Febbraio 2013
Claudio Borghi: come si esce dall’euro?
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Dai, che si può! Su, su, prima che sia troppo tardi.
14 Febbraio 2013
analisi economica del 2012: un brutto anno che finisce male
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Economicamente, il 2012 è stato un brutto anno che è finito anche peggio. Con una crescita a meno 2,2 per cento, il Pil 2012 dell’Italia torna a 6,5 punti in meno rispetto a prima della crisi. Il quarto trimestre è il peggiore dei sei trimestri di recessione. Per colpa della peggiore congiuntura internazionale ed europea. Ma anche del fisco e delle mancate liberalizzazioni che ora presentano il conto.
(leggi tutto su lavoce.info)
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13 Febbraio 2013
Fare per fermare il declino: la protesta è nulla senza il controllo
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(via @Fare2013)
13 Febbraio 2013
Bersani e il papa: solitudini di terra e di spirito
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(via @FGoria)
22 Febbraio 2013
lo specchio di Oscar
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[…] Ricordo bene però, durante i centinaia di incontri che si facevano nelle “case importanti”, sempre presenti quelle due domande che partivano inesorabili come saette roventi: anche Lei è un economista, dove insegna? Ed i suoi genitori cosa fanno?
Insomma, il pedigree.
Ecco, io in quel caso sono stato più fortunato di Oscar. Non ero solo e non è poco perché, a volte, sono i compagni di viaggio che possono far la differenza in un cammino. I miei compagni di viaggio, probabilmente, trovavano in ciò che ero la vera ragione delle mie qualità e per questo mi hanno accompagnato in quel cammino. Senza titoli, senza tessere, senza iscrizioni al circolo. E allora, mi godevo quell’espressione di stupore negli occhi dei miei interlocutori.
Alla fine, i riflessi che ci restituisce lo specchio di Oscar, assieme ad una fragilità umana, sono i riflessi di un’Italia feudale e stantia, classista ed elitaria. Un’Italia in cui, non solo non è sempre il merito a far percorrere un cammino, ma in cui la distinzione per censo e per ceto assume un contorno non più fisiologico ma, al contrario, esprime la vera patologia della nostra società. E se, per sensibilità, per fragilità o per carattere, cedi al ricatto che ne consegue, non trovi altra via di fuga che vestirti di quei titoli che tutti, fuor di ipocrisia, si aspettano da chi, in un modo o nell’altro, è meglio di loro. Soprattutto se nasci in una Torino operaia e vuoi eccellere in una Torino borghese.
Questo, nessuno te lo perdona.
(via The Front Page – Pablo Docimo)
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