(via @FPanunzi)
22 Dicembre 2012
la credibilità di Paniz quando parla di economia
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22 Dicembre 2012
smaronamento n° 02 (la lombalgia in testa)
territoriarchico smaronamenti Partitica
(via @maroni_leganord)
22 Dicembre 2012
FiD: il giorno della sconfitta e quello della vittoria
territoriarchico fermare-il-declino Fermare il declino
Il giorno della sconfitta
E’ un triste Oscar Giannino, quello che ci accoglie nella sede nazionale di Fare per Fermare il Declino. Indossa una camicia color malva, intonata alla perfezione con i festoni inneggianti alla vittoria che penzolano tristi da pareti nelle quali si intravedono, quà e la, macchie di muffa. I risultati sono sotto gli occhi di tutti; in tutta Italia la lista ha ottenuto 24 voti. Lo stesso numero di lettori che sornionamente si attribuiva il Manzoni, senza tuttavia crederci. Carlo Stagnaro continua a soffiare nella lingua di menelicche che ha in bocca; dagli sguardi che gli rivolgono si capisce che tutti i presenti vorrebbero fargliela ingoiare. Michele Boldrin lancia improperi irriferibili rivolti, con equanimità e senza particolari distinzioni, ad umani e divinità. Alberto Bisin, sprofondato in un sofà, legge il Wall Street Journal ed è incerto se sgranocchiare pistacchi o aprire una confezione di datteri che ha appena adocchiato. Sandro Brusco, poco più in là, piange sommessamente e ripete in continuazione “Non è possibile, non è possibile, eppure i sondaggi…”. Andrea Moro per cercare di consolarlo gli sussurra “Dai, vediamo i numeri più in dettaglio, magari dai risultati circoscrizione per circoscrizione…”. Ma Brusco lo fulmina con lo sguardo: ”li ho già guardati, comune per comune; zero voti a Buccinasco. Neanche la mamma, capisci? Neanche la mamma!”.
Luigi Zingales, che indossa un batik giavanese, splendido anche se non particolarmente adatto ai rigori della stagione, si mordicchia le dita e guarda la televisione dove scorrono i risultati, oramai definitivi, di questa tornata elettorale. Franco Bocchini ripete senza requie “Datemi un bazooka, so io come utilizzarlo…”, ma nessuno gli da retta. Marco Esposito gira con un vassoio pieno di bicchierini di plastica con il suo limoncello temperatura ambiente e sollecita i presenti ad assaggiare la mozzarella che ha portato da casa. Alessandro de Nicola ne afferra una intera e, tra un morso e l’altro, dice “Beh a questo punto a me è venuta fame, che ne dite di andare a mangiare un boccone?” Alberto Bisin viene trattenuto a stento mentre cerca di picchiarlo la dove fa più male, ma poi si accascia nuovamente sul sofà. Oscar Giannino, a questo punto, attacca una vecchia canzone di Bobby Solo e tutti, abbracciandosi, cantano assieme a lui.
(Ma c’è anche il Giorno della vittoria … tutto su noisefromamerika.org)
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19 Dicembre 2012
la vera evoluzione dell’IMU ed il Berlusconi pifferaio
territoriarchico berlusconismo, quelli-del-pdl Divagazioni Pidielline
Tanto per mettere i puntini sull’evolution dell’IMU e sulle spavalde giravolte del pifferaio che, adesso, la vorrebbe abolire (da Camelot Destra Ideale).
L’Imu(rtacci sua) – Secondo episodio
È il 2 marzo 2011; il Cavaliere è al governo. Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre, così commenta il nuovo balzello, denominato Imu, contenuto nel berlusconiano decreto sul Federalismo fiscale:
«Dal 2014, così come previsto dal decreto sul federalismo municipale, gli imprenditori proprietari di negozi, uffici, laboratori e capannoni industriali dovranno applicare l’Imu, con il rischio di vedersi aumentare le tasse: in media di 410 euro in più all’anno (…). L’Imu, a partire dal 2014, assorbirà l’Ici e l’Irpef sui redditi fondiari delle seconde case e sostituirà l’Ici sugli immobili strumentali (vale a dire i negozi commerciali, i laboratori artigianali, gli uffici e i capannoni industriali)».
È il 20 novembre 2011; al governo ora c’è Monti. Berlusconi dà il proprio benestare all’introduzione dell’Imu; con questi argomenti:
«È possibile che questo comporti l’introduzione di un’imposta simile all’Ici, da noi già prevista con il federalismo, ma completamente diversa rispetto alla precedente impostazione già nella nostra riforma. Dunque una continuità di linea con il nostro governo, con un probabile anticipo dei tempi rispetto al 2014 che noi avevamo previsto».
È il 16 settembre 2012. Berlusconi viene intervistato da Alessandro Sallusti, e, alla domanda “Qual è il primo punto di programma per un suo futuro governo?”, così risponde:
«Come abbiamo abrogato l’Ici così abrogheremo subito l’Imu».
Oggi, addì 19 dicembre 2012. Berlusconi, tramite Il Giornale, fa sapere che intende abolire l’Imu sulla prima casa reperendo le risorse necessarie soprattutto attraverso un incremento della tassazione su altri beni:
«Secondo i conti fatti dallo staff del Cavaliere, dall’Imu arrivano 3,8 miliardi di euro che potrebbero essere coperti reperendo 1,8 miliardi dalla tassa sui giochi pubblici, un miliardo dall’aumento dell’accisa sui tabacchi lavorati, 241,2 mlioni dall’aumento delle imposte sulla produzione di birra e prodotti alcolici, 500 milioni dal riordino dei trasferimenti alle imprese e 258,8 milioni dalle addizionali sui diritti di imbarco».
Insomma, prima l’ha introdotta, quando governava, con il Federalismo fiscale; poi, col governo Monti, ne ha anticipato l’entrata in vigore (inizialmente prevista per il 2014); adesso propone di abolirla incrementando però a manetta le tasse sulle sigarette, gli alcolici, i diritti di imbarco e i giochi pubblici.
Repetita iuvant. Evidentemente pensa che gli elettori del Pdl siano tutti coglioni.
Lui, non altri.
18 Dicembre 2012
Svezia: euro? No, grazie. Un’opposizione da record
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(via Forexinfo.it)
16 Dicembre 2012
smaronamento n° 001
territoriarchico smaronamenti Partitica
(VIA (@maroni_leganord)
14 Dicembre 2012
Google, la concorrenza fiscale e l’orgoglio di essere capitalisti
territoriarchico capitalismo, concorrenza-fiscale, imposizione-fiscale Capitalismi
In un recente intervista il CEO di Google, Eric Schmidt, ha commesso due peccati: si è dichiarato capitalista, “fieramente capitalista”, e si è rifiutato di sottostare alla retorica dell’evasore fiscale come parassita.
Diversi governi europei, a cominciare dall’Inghilterra e dall’Olanda, si sono lamentati del fatto che il motore di ricerca riuscisse ad evitare di pagare una cifra intorno ai due miliardi di dollari globalmente attraverso la creazione di sussidiarie alla Bermuda, dove il regime fiscale è notoriamente meno penalizzante di quello europeo. Questo ha causato un’ondata di indignazione generale, cavalcata dai politici di entrambi i fronti con l’accusa di “immoralità”. Una cosa a cui noi italiani, abituati a farci dare dei parassiti da una classe politica che ci ha bruciato il futuro, non faremmo nemmeno caso e subiremmo passivamente.
E invece Schmidt ha risposto “Noi paghiamo un sacco di tasse. Le paghiamo secondo le modalità imposte dalla legge, sono fiero della struttura che abbiamo messo in piedi. L’abbiamo fatto basandoci sugli incentivi che ci danno i governi a lavorare. Si chiama capitalismo. Noi siamo fieri di essere capitalisti, non facciamo confusione in merito a questo”.
E per quanto nella vita reale un po’ confuso lo sia, visto il suo endorsement a quel campione del capitalismo di Barack Obama, Schmidt dice una grande verità: le imprese rispondono agli incentivi. Le imprese votano con i capitali, si spostano dove vengono spennate di meno. E se come diceva Colbert l’arte del fisco è quella di spennare l’oca senza farle troppo del male, la possibilità per l’oca di volarsene via è il miglior limite al potere del fattore. La concorrenza fiscale ha una funzione disciplinante nei confronti dell’ingordigia dell’esattore: i governi abbassano la pressione fiscale per non lasciar andar via le imprese, ed in questa maniera ne arrivano di nuove, garantendo crescita e lavoro.
Ma la pressione della concorrenza fiscale è più debole se i politici hanno l’opzione di delegittimare moralmente le imprese che vanno via. E allora ringrazio Schmidt perchè non ci è stato: non è immorale cercare di tenersi ciò che si è guadagnato. Google è uno dei migliori esempi di innovazione tecnologica e culturale, è un’impresa che per una capitalistica ricerca di profitto ha migliorato con i suoi prodotti – ceduti in larga parte gratis, peraltro! – la vita di miliardi di persone molto più di qualsiasi programma pubblico. Non è immorale che chi ci ha investito le proprie capacità o i propri risparmi riceva profitti in cambio degli incomparabili servizi che rende ai consumatori. È immorale uno stato che chiede troppo e spreca quel che estorce.
Ripetiamolo insieme: i parassiti sono loro.
(via Chicago blog – Rosamaria Bitetti)
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14 Dicembre 2012
media settimanale PDL, PD e M5S da nov-2011 a nov-2012
territoriarchico sondaggi Sondaggi
(via sondaggibidimedia.com)
13 Dicembre 2012
Monti se ne è andato? Meglio così. Krugman, Munchau, Evans Pritchard
territoriarchico governo-monti Economia e Finanza, El Gobierno
A differenza di quanto si sostiene in Italia, la stampa internazionale non riserva solo elogi a Mario Monti. Un florilegio dei giudizi più caustici di alcuni noti commentatori.
L’economia dell’austerità è andata esattamente secondo copione – quello keynesiano, non quello dei fanatici dell’austerità. Di più e ancora, i “responsabili” tecnocrati hanno indotto i loro popoli ad accettare la medicina amara dell’austerità, più e più volte, non riuscendo a produrre risultati. L’ultimo caso in questione è l’Italia, dove Mario Monti – una brava persona, profondamente sincera – ha lasciato prima del termine del mandato, in ultima analisi perché le sue politiche stanno consegnando l’Italia alla depressione.
- L’Europa sanguinante. Articolo di Paul Krugman sul suo blog [inglese] [in italiano su Keynes blog]
- La politica fa scoppiare la bolla Monti. Editoriale di Wolfgang Munchau sul Financial Times [in italiano]
- L’uscita di scena di Mario Monti è l’unico modo per salvare l’Italia. Editoriale di Ambrose Evans-Pritchard sul Telegraph [in italiano]
[leggi tutto su Keynes blog]
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22 Dicembre 2012
smaronamento n° 03 (persino Tremonti …)
territoriarchico smaronamenti Partitica
Per due che hanno deciso di reggersi a vicenda, “l’accordment” di Maroni a quanto detto da Grillo non è proprio il massimo della gentilezza per il compare:
(via @maroni_leganord – BLOZ)