(via @FrancoBechis e Fatto Quotidiano)
19 Agosto 2012
meeting di Rimini ed applausi a Formigoni (visioni a confronto)
territoriarchico corretta-informazione, punti-di-vista CartaMedia
19 Agosto 2012
spensierata gioventù: ‘pagare tutti per pagare meno’
territoriarchico imposizione-fiscale, oppressione-fiscale, svolta-liberale Economia e Finanza, Libertarian, Tartassati
Un giorno crescerà e, sempre che non ingrossi le fila degli statali – allora no, non potrà – cambierà idea, di sicuro cambierà idea. Lo Stato dilapida tutto ciò che rapina: ogni nuova entrata si dilata in spesa superflua.
Milton Friedman: «Se l’Italia si regge ancora in piedi è grazie al lavoro nero e all’evasione fiscale… l’evasore in Italia è un patriota”.
La lettera-accusa di una studentessa: «In una sola settimana di ricerca ho già trovato tre proprietari a chiedermi il «solo nero». La cosa che più mi colpisce è la noncuranza con cui mi comunicano la loro assoluta decisione di non dichiarare i loro 10.000 euro medi di rendita annuale (di un solo appartamento ovviamente, e quando gli appartamenti sono tre o quattro?). E se ci lamentiamo della pesante tassazione italiana (il 55% del reddito finisce in tasse) la soluzione è semplice e da tutti sbandierata: pagare tutti per pagare meno!» (l’Adige)
19 Agosto 2012
UBS: Chi ha veramente beneficiato dall’introduzione dell’euro? (piccolo suggerimento: NON la Germania)
territoriarchico disunione-europea, uscita-dall-euro Economia e Finanza, Europatia
NdEr).
(via Rischio Calcolato – Er)
—
19 Agosto 2012
Se l’Italia crolla la colpa è di Sansone e di tutti i Filistei
territoriarchico pensiero-libertario Italianide, Libertarian, Senza categoria
[…] Chi ha avuto il buongusto di frequentare quegli autori coerentemente liberali, di cui Bastiat è un mirabile esempio, sa bene che la “crisi” che è cominciata nell’ormai lontano 2008 non è figlia del “turbo-capitalismo” o del “neo-liberismo”, ma dell’eccessivo statalismo, dell’interventismo più bieco e immorale, dell’indebitamento il cui termine è sine die e – non ultimo – del monetarismo farlocco di chi ha sempre pensato che le banche centrali fossero una panacea. Non v’è dubbio alcuno che ognuno di noi, in quanto individuo, non può che sentirsi quasi impotente di fronte ad un sistema che non ammette, da almeno 20 anni, alternative politiche serie e liberali. L’indipendentismo poi – diciamocelo fuor di metafora – è naufragato nell’ignominioso leghismo di Bossi prima e di Maroni oggi (che continuano il loro gioco delle parti). I nuovi secessionisti non hanno ancora trovato una quadra purtroppo. Ciononostante, ciascuno di noi ha potuto far uso di qualche strumento per difendersi legittimamente dalla violenza quotidiana perpetrata dal Leviatano, partendo col rispetto di quello che ho avuto modo di chiamare a suo tempo “il decalogo dell’Individuo libero”:
1) L’individuo libero non cercherà mai il consenso della massa;
2) L’individuo libero vivrà esclusivamente per la sua opera;
3) L’individuo libero non aggredirà mai la proprietà di un altro individuo;
4) L’individuo libero avrà il diritto di stare con chi più gli aggrada;
5) L’individuo libero sarà obbligato solo in forza di un contratto con altri individui (quindi lo scambio avviene solo mediante contratto);
6) L’individuo libero difenderà legittimamente il frutto del proprio lavoro;
7) L’individuo libero difenderà legittimamente la propria vita;
8) L’individuo libero crede nel buon senso, nella consuetudine e nella common law;
9) L’individuo libero vivrà pacificamente ignorando lo Stato;
10) L’individuo libero è intollerante con gli intolleranti.
Coloro che hanno rispettato questi dieci suggerimenti non escludo abbiano già deciso di trasferire la loro residenza altrove. Altri, invece, ne hanno fatto buon uso per resistere all’arbitrarietà e alle prevaricazioni dei governi (evadere il fisco è sempre un dovere morale, soprattutto da quando s’è insediato Mario Monti) e – se particolarmente avveduti – hanno risparmiato da tempo in oro, argento o altri metalli preziosi, anziché lasciare i propri denari su qualche conto corrente bankitaliano. Tra le persone di buon senso, vige una regola: “La mia libertà finisce dove inizia quella di un altro”. Lo Stato non è avvezzo a rispettare certe regole, ragion per cui siamo nelle condizioni disperate in cui ci hanno cacciato, non senza – per dirla col grande V – che qualche bontempone liberale sia scevro di colpe.
Per questo motivo – e chiudo – una cosa deve essere chiara a tutti: se l’Italia crolla non è solo colpa di Sansone, ma anche di tutti i Filistei, i quali da bravi e devoti ominicchi, piglianculo e quaquaraquà hanno votato Sansone per anni e hanno succhiato dalla sua tetta!
(via L’Indipendenza – Leonardo Facco)
—
18 Agosto 2012
la verità su Robin Hood e le tasse
territoriarchico ev, imposizione-fiscale Libertarian, Tartassati
La vulgata popolare parla di un Robin Hood che ruba ai ricchi per dare ai poveri.
Troppo spesso però le vulgate popolari hanno dimostrato di essere per lo più cazzate.
Robin Hood rubava allo Sceriffo di Nottingham, al Principe Giovanni, a Sir Guy…
Per essere ricchi lo erano eccome. Però essi rappresentavano lo Stato. Anzi, per essere “storicamente corretti”, loro erano lo Stato. Uno Stato arricchitosi rapinando i cittadini. Come?
Con le tasse, ovviamente.
Quindi, in ultima analisi, Robin Hood riprendeva allo Stato ciò che lo Stato prendeva, rapinava, ai cittadini per restituirlo ai cittadini stessi.
Teodorico (454-526)
«Il solo paese piacevole è quello in cui nessuno teme gli esattori».
Etienne de la Boetiè (1530-1563)
“Ringraziando il ladro (lo Stato) che restituisce loro una piccola parte del maltolto, i sudditi si abituano così a vedere nel tiranno una sorta di benefattore”.
Juan de Mariana de la Reina (1535-1624)
«Le tasse sono, di norma, una calamità per il popolo e un incubo per il governo. Per il primo sono sempre eccessive; per il secondo non sono mai abbastanza, mai troppe»
Pedro Fernandez Navarrete (?-1632)
«Le tasse alte hanno originato povertà. Temendo continuamente gli esattori delle tasse, [gli agricoltori,] per evitarne le vessazioni, preferiscono abbandonare la loro terra».
John Locke (1632-1704)
«Il potere supremo non può privare un uomo di una parte della sua proprietà senza il suo consenso».
Thomas Jefferson (1743-1826)
«Prevedo un futuro felice per gli americani se impediranno al governo di sprecare i soldi frutto del loro lavoro, con la scusa di occuparsi di loro”.
Jean-Baptiste Say (1767-1832)
«Dio ci guardi dall’attività finanziaria pubblica poiché è spendacciona e consuma tutte le sostanze dei privati. Le consuma improduttivamente e non offre la possibilità a costoro di destinare il reddito alla produzione di ricchezza autentica”.
Frédéric Bastiat (1801-1850)
«Quello che non si è mai visto, quello che non si vedrà mai e che non si può nemmeno concepire, è l’eventualità che lo Stato restituisca al pubblico più di quanto esso prenda”.
Lysander Spooner (1808-1887)
«La tassazione senza consenso è rapina»
George Bernard Shaw (1856-1950)
«Un governo che ruba a Peter per pagare Paul può sempre contare sull’appoggio di Paul”.
Ludwig von MISES (1881-1973)
«La metamorfosi delle tasse in armi di distruzione di massa è il carattere distintivo della finanza pubblica»
«Tutta la nostra civiltà si fonda sul fatto che gli uomini sono sempre riusciti a respingere l’attacco dei redistributori».
Bertrand de Jouvenel (1903-1987)
«La redistribuzione in realtà è una redistribuzione di potere dall’individuo allo Stato, piuttosto che – come si immaginava – una redistribuzione di reddito dal più ricco al più povero».
Ayn Rand (1905-1982)
«L’uomo che produce mentre altri dispongono del suo prodotto è uno schiavo».
«Crede che la morte e le tasse siano le nostre uniche certezze, signor Rearden? Non posso far niente per combattere la morte, ma se riesco a sollevare il peso delle tasse, gli uomini possono imparare a vedere il legame che esiste fra le due cose e a capire quale vita più lunga e più felice sono in grado di crearsi».
Barry Morris Goldwater (1909-1998)
«Siamo stati indotti a trascurare, e spesso a dimenticare del tutto, il rapporto fra le tasse e la libertà individuale. Siamo stati persuasi che il Governo ha un diritto illimitato sulle ricchezze dei cittadini e che l’unica questione sia di vedere quanta parte di questo suo diritto il Governo debba pretendere».
«La proprietà e la libertà sono inseparabili: quando il Governo, sotto forma di imposte, porta via la prima, esso invade anche l’altra».
«I collettivisti […] comprendono che la proprietà privata può essere confiscata per mezzo delle imposte non meno che con la espropriazione».
Milton FRIEDMAN (1912-2006)
«Se paghi le persone per non lavorare e invece le tassi quando lavorano, non sorprenderti se c’è la disoccupazione».
«Se l’Italia si regge ancora in piedi è grazie al lavoro nero e all’evasione fiscale… l’evasore in Italia è un patriota”.
Murray N. Rothbard (1926-1995)
«Cos’è la tassazione se non un furto su scala gigantesca e incontrollata?».
«Mentire allo Stato diventa un atto legittimo»
Pascal Salin (1939-viv.)
«La spoliazione è il fondamento dell’azione statale e la fiscalità è l’arma essenziale di questa spoliazione».
«Come indica il suo nome, l’imposta è… imposta; è confiscata con la forza, e non guadagnata attraverso lo scambio volontario».
David Boaz (1953-viv.)
«Il governo può procurarsi risorse solo espropriandole a chi le produce».
(via Riecho Economia e Libertà)
—
18 Agosto 2012
Monti: con l’evasione siamo in guerra (cose da pazzi)
territoriarchico analisi-governo-monti, banana-republic, dagli-all'evasore, governo-monti Cialtroni al lavoro, El Gobierno, Tartassati
“Ma ve lo immaginate , un premier di un paese Europeo o il presidente degli USA che dichiara: << con l’evasione siamo in guerra>> , mentre un insigne componente del suo esecutivo, ex -amministratore di una banca che ha già concordato di pagare, per accertata evasione, 270 milioni di euro, è indangato per quella vicenda di frode fiscale ? E, come se non bastasse , nello stesso istituto bancario, all’epoca dei “fatti” era vice-presidente dell’organismo di controllo (il consiglio di sorveglianza), anche il ministro del welfare Elsa Fornero. Cosa controllava la vicepresidente Fornero?
E come credete reagirebbe, in una tale situazione in quei paesi, la stampa e l’informazione? Così come fanno, questi indecenti, gazzettieri azzerbinati?”
Domanda: “che il lupo pretenda di mangiare la pecora, sta nelle cose, ma che la pecora gli dia il benservito … questo proprio no ! A quando la rivoluzione?
(via Polcri blog)
—
15 Agosto 2012
uscita dall’euro: Quelli che: “faremo la spesa con la carriola”
territoriarchico disunione-europea, uscita-dall-euro Crisi Finanziaria, Economia e Finanza, Europatia
Non è facile immaginare quello che potrebbe succedere se mai si dovesse lasciare l’euro per tornare alla lira. Ai soliti e facili catastrofismi bisogna contrapporre un pensiero più ordinato con un approccio più meditato. E’ quello che fa Alberto Bagnai in questo articolo che va letto per intero su FQ:
[…] Il terrorismo si fa allora più subdolo: “fuori dall’euro c’è l’iperinflazione, sarà come a Weimar, andremo a fare la spesa con una carriola di monete, compreremo il giornale con un chilo di lire in tasca”. Affermazioni confezionate sapientemente, per far breccia nelle menti degli elettori più ingenui (sperando siano i più numerosi). In queste parole lievemente imprecise certo non può esserci buona fede. Cerchiamo di riportarci almeno un minimo di buon senso:
(1) Tutti concordano sul fatto che si tornerà alle valute nazionali con un cambio uno a uno: un euro per una “nuova lira” (vedi Sapir, Bootle, ecc.). È la cosa più semplice e razionale da fare per facilitare la transizione e per evitare fregature come quella che ci siamo presa con il passaggio dalla lira all’euro (vedi oltre).
(2) Ci sarà una svalutazione, ovvio: usciamo proprio per non essere stritolati da un cambio troppo forte. Di quanto sarà? Le stime vanno da un 20% (Altomonte) a un 30% (Bootle).
(3) Come si calcola? […]
(4) Sarà una catastrofe? No. Tanto per capirci, questo è più o meno l’ammontare della svalutazione che subì l’euro nel primo anno di vita (26.7% dal gennaio 1999 all’ottobre 2000). Attenzione: noi l’euro non lo avevamo ancora in tasca, ma già lo usavamo negli scambi internazionali, cioè per comprare i dollari necessari ad acquistare le materie prime (i cui prezzi erano in crescita). Qualcuno ricorda carriole in giro per le strade?
(5) L’inflazione aumenterà di 30 punti, arrivando al 33%! No, appunto. […]
Insomma: l’idea dell’on. Bersani che il giorno dopo la liberazione andremo a comprare il giornale con 2323 monete da una lira in tasca (al posto di 1,20€) è molto pittoresca. A noi piace ricordarlo così, con la sua eloquenza immaginifica e le sue maniche rimboccate, a ostentare pragmatismo. Se il governo farà il suo lavoro, ci si andrà con 1.20 nuove lire, che diventeranno 1.30 dopo un anno (contando che l’inflazione aumenti di 6 punti, ad esser pessimisti). Non mi pare una tragedia, rispetto al devastante cambio 1000 lire = 1 euro, che abbiamo subìto per la colpevole inerzia del governo Berlusconi. Proprio questa esperienza recente ci aiuterà a fare più attenzione.
12 Agosto 2012
i vermiciattoli del PDL si stanno scongelando e (insieme alla Lega) pensano ad una macroregione del Nord
territoriarchico basta-casta, macroregione-del-nord, quelli-del-pdl, veneto-indipendente Divagazioni Pidielline, Italianide
L’aveva lanciata qualche giorno fa il celeste Formigoni, la Macroregione del Nord:
Formigoni: «Il Nord diventi la Baviera italiana»
Macroregione con Veneto e Piemonte. Il presidente della Lombardia: «Non ce la facciamo più a trainare il Sud. Ne ho già parlato con gli altri governatori»
[…] «E sapete perché insisto su questo tema? Perché il Nord non ce la fa più – insiste Formigoni – Non ce la fa più a trainare il Sud. Il Governo ha appena finanziato con 343 milioni di euro il buco sanitario della Regione Sicilia. Inaccettabile. La Grecia purtroppo ce l’abbiamo in casa, è il nostro Meridione. Per questo dobbiamo trasformarci in Baviera, per bilanciare lo squilibrio».[…]
Seguito a ruota da Zaia:
Nord: Zaia, la macroregione? Sono d’accordo con Formigoni
(ASCA) – Venezia, 7 lug – ”Il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, vuole la macroregione? Sia il benvenuto”.
[…] ”Questo e’ un tema che ci coinvolge tutti, al di la’ dell’appartenenza politica”, sottolinea Zaia, per il quale ”le istanze del Nord, di fronte spending review, sono ancora piu’ evidente”. Per il presidente del Veneto, in ultima analisi, ”dobbiamo fare comunita’ per difendere il Nord”.
Macroregione del Nord: Cota appoggia Formigoni
Una macroregione del Nord, Cota: “Passiamo all’attuazione”“
[…] Bene, oggi siamo ad un passaggio importante perché le nostre idee vengono progressivamente condivise: questa è la fase due. La terza fase sarà attuarle”.
Con qualche anno di ritardo vagheggiano di fare quello che era nella testa di Gianfranco Miglio (anche se a lui non dispiaceva secedere, mentre Formigoni ne sarebbe … turbato). Bene, molto bene, benissimo.
Ma che ce ne facciamo di una macroregione semplicemente più grande delle altre se i vincoli con Roma ladrona restano quelli di sempre? Quindi, o la macroregione del nord si stacca fiscalmente dal resto d‘Itaglia (vedi costi standard, perlomeno) o non ci interessa (fuffa estiva; per inciso, le aziende che lo possono ancora fare stanno già, purtroppo, lasciando l’Itaglia). Formigoni, Cota e Zaia, spiegare chiaramente please !!
Segnalo tuttavia, perché clamorosa, la seguente notizia: il PDL nordico si è svegliato dal coma e sta scoreggiando, buon segno. Le convulsioni hanno preso anche il “nostro” Bond, Dario Bond. Ci vorrà tempo a sfasciare tutta la mummia, ma potrebbe essere una svolta epocale. Sono convinto che è solo aria fritta, ma è bello vedere che i vermiciattoli si sono scongelati e si contorcono (paura di perdere eh?).
Nord: Pdl, avanti tutta con macroregione Piemonte-Lombardia-Veneto
(ASCA) – Venezia, 10 ago – I capigruppo del Pdl di Regione Lombardia, Paolo Valentini, Piemonte, Luca Pedrale e Veneto, Dario Bond, proseguono nel loro lavoro congiunto rilanciando la proposta del presidente Formigoni per la creazione della maxi Regione del nord, con Lombardia, Piemonte e Veneto in prima battuta. La proposta potrebbe essere poi estesa a Liguria, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, in modo da favorire un accorpamento e una semplificazione del quadro istituzionale.
”Non si tratta ne’ di uno strappo all’unita’ nazionale, ne’ di una riproposizione della ‘Padania’, che verrebbe di fatto superata – ribadiscono i tre capigruppo – ma piuttosto dell’opportunita’ di far ripartire lo sviluppo nelle Regioni che, assieme, hanno i migliori indicatori europei di produttivita’, Pil e numero di brevetti; migliori anche delle zone centrali della Germania. Un’occasione unica per rilanciare le nostre imprese, mettere in rete le Universita’, sviluppare i servizi in comune, a cominciare dal trasporto pubblico locale. La nostra vuole essere la base per una discussione seria e approfondita nei Consigli regionali cosi’ come negli altri luoghi istituzionali. Abbiamo a cuore lo sviluppo dei nostri territori e per perseguirlo serve un cambio di marcia e di mentalita’ al quale i gruppi consiliari del Pdl, e il Partito stesso, sono senz’altro pronti”.
(tratto dal BLOZ)
4 Agosto 2012
quelli del PD: ‘anonimi compagni, amici che restate …’
territoriarchico quelli-del-pd Divagazioni Piddine, Fermare il declino
Non certo per par condicio – considerato l’articolo di ieri quelli del PDL: via, vanno mandati via e basta! – ma capita di doversi interessare anche di quella melma che è il PD. La discussione – sempre coagulata attorno alla presentazione della nuova proposta politica “Fermare il Declino” – lo ammetto, può apparire più accademica che pratica, ma agli interessati non mancherà di offrire ottimi spunti sui quali riflettere.
Sandro Brusco e Michele Boldrin, firmatari del manifesto Fermare il Declino, “dialogano” lungamente con il “Compagno che resta nel PD”:
No, non vi chiediamo di propagar le verità sociali. Vi chiediamo di riflettere. È veramente il PD lo strumento migliore per fermare il declino italiano?
Caro Compagno Che Resta nel PD,
abbiamo discusso parecchio, con te e altri come te, durante il mese che ha preceduto la pubblicazione del manifesto su ”fermare il declino”. La discussione si è svolta sempre su due piani. Il primo piano era quello della discussione concreta sulle cose da fare. Pochi contrasti in questa area: ci dicevi che l’insieme di proposte era, per usare le parole della canzone, ”se non del tutto giusto quasi niente sbagliato”. Le discussioni su aspetti marginali ci sono sempre, ma era chiara la condivisione di fondo sia dell’impianto analitico sia del grosso delle proposte.
[…] Il paese non può aspettare dieci o venti anni che il PD ”maturi”. È urgente fare di tutto perché la prossima legislatura non venga buttata al vento, come è avvenuto con questa (e quella precedente, e quella precedente ancora…). Basterebbe questo in verità a sconsigliare la permanenza nel PD. Dopotutto gli esseri umani che ora reggono le sorti del PD hanno governato dal 2006 al 2008 e dal 1996 al 2001 (alcuni di loro anche in tempi precedenti, ma transeat). Dicci, fratello, quali fra costoro sarebbero, a tuo avviso, capaci anche solo di comprendere ciò di cui il paese ha bisogno?
[…] Il problema di promuovere l’efficienza nella fornitura pubblica di sanità ed educazione venne in buona misura ignorato, o per scarsa comprensione o per ossequio alle forze sindacali alleate.
[…] Al contrario, praticamente sempre, l’apparato dello Stato – quello concreto, compagno/amico, quello fatto di alti funzionari, direttori generali, boiardi delle imprese pubbliche, magistrati prestati all’amministrazione, eccetera: quelli che guadagnano tutt’ora cifre non viste in ogni altro paese occidentale – lottò per mantenere la sua influenza nelle imprese che stava vendendo, cercando di mantenerne il controllo mediante partecipazioni azionarie e golden shares. Pensa, tanto per dire, alle fondazioni bancarie …
[…] Quale speranza esiste che nei prossimi mesi la deriva manifestata dal centrosinistra negli ultimi 15 anni possa essere rovesciata? Nessuna. Questi 15 anni dovevano e potevano essere usati per riflettere sul ruolo dell’economia di mercato per promuovere l’innovazione, per ridisegnare gli incentivi nel settore sanitario e nell’educazione, per ripensare l’opportunità della attuale, soffocante, tassazione di lavoro e impresa. Per riflettere, insomma, sullo stato vero, quello materiale fatto di ministeri e regioni, non quello astratto e sapiente dell’antico leninismo. Nulla di ciò è avvenuto. È avvenuto qualcos’altro. È avvenuto il Prodi bis, un governo che ha aumentato le tasse sui precari per finanziare un abbassamento dell’età pensionabile riservato ai fortunati appartenenti alla generazione giusta e ai settori giusti.
[…] Infine: qual è il livello di coinvolgimento dei suoi dirigenti nel sistema della casta che, dalle fondazioni bancarie alle municipalizzate, tanto danno crea al paese? Quanto consenso ha il partito nelle zone e nei ceti più produttivi del paese? Quali sforzi ha fatto per recuperare il consenso in quelle zone e di quei ceti? Sforzi veri, correlati da riflessioni su come abbassare in modo credibile e realistico la pressione fiscale e su come aumentare l’efficienza dello Stato, non battute propagandistiche.
Facci sapere. Noi attendiamo pazienti. La cosa che andiamo creando è aperta, è un movimento reale che vuole cambiare lo stato di cose presenti …
[leggi tutto su noisefromamerika]
(anche sul BLOZ)
20 Agosto 2012
Dalla parte dei magistrati di Palermo – Mario Albanesi
territoriarchico analisi-governo-monti, itaglia-cialtrona, napolitano, stato-mafia El Gobierno, Italianide
(via Blog di Beppe Grillo)