(via RassegnaStampa)
8 Giugno 2012
il collega Luca Telese ha lasciato il Fatto Quotidiano …
territoriarchico fatto-quotidiano CartaMedia
8 Giugno 2012
riflessioni sul pubblico impiego
territoriarchico governo-monti, pubblico-impiego, statali-vs-privati Gli Statali
[…] Chi è che si può arrogare il diritto di attribuire a qualcuno “per sempre” un posto di lavoro che è per definizione pubblico?
Poco conta se ci si entra per concorso: un posto di lavoro che è pubblico (non di un datore di lavoro privato) dovrebbe comunque essere periodicamente messo in gioco (dieci anni?), attraverso concorsi volti a verificare se altri aspiranti hanno più titoli e capacità di coloro che lo stanno ricoprendo, al più con l’attribuzione di un maggiore punteggio a chi già lo ricopre con valutazioni positive in termini disciplinari e di efficienza.
Ragionamento che è tanto più pregnante oggi che il pubblico ha smesso di assumere e davvero non si capisce perché chi è fuori non possa aspirare a subentrare, se ha più meriti di chi c’è già
[…] Scrive, infatti, Patroni Griffi: “I doveri disciplinari dei [dipendenti] pubblici sono più forti di quelli dei privati e il pubblico che sbaglia deve pagare di più del privato perché ha tradito la fiducia dei cittadini non solo del suo datore”.
Un lapsus freudiano da manuale, rispetto a quello che voleva probabilmente essere il senso della chiusura della frase: la fiducia dei cittadini che sono il suo datore di lavoro. Il datore di lavoro dei dipendenti pubblici, infatti, sono proprio i cittadini, non lo Stato che ne è la mera espressione organizzata.
È, invece, proprio questa concezione dello Stato come entità sovraordinata e autonoma, che accomuna larga parte di coloro che hanno passato molto tempo della propria vita in posizioni apicali all’interno delle istituzioni, ad aver ingenerato il folle squilibrio tra pubblico e privato che sta oggi contribuendo in modo determinante ad affossare il Paese e che sta completando la trasformazione dei cittadini in sudditi.
O mutiamo la marea o ne saremo presto sommersi.
(via Eutekne.info – Enrico Zanetti)
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8 Giugno 2012
dei poteri forti …
territoriarchico governo-monti, tecnocialtroni Divertiserio
(via @amingardi)
8 Giugno 2012
caro Monti, te li do io i ‘poteri forti’ …
territoriarchico governo-monti, tecnocialtroni El Gobierno
Non mi è mai piaciuto, Mario Monti. Ma pensavo potesse fare qualcosa di utile, per questo ho scritto il primo articolo – penitenze emorroidali in vista del governo Monti – nel quale ricordavo che il Nostro portava le vesti del “mandatario dei poteri forti“. Sentire quest’oggi Monti sostenere che il suo governo non ha più l’appoggio dei poteri forti (che lui stesso ha sempre negato ci fossero, e che invece noi sappiamo che ha sempre cavalcato), mi ha fatto cascare le … braccia. Avrei preferito fare la permanente al sindaco di Lozzo tutte le settimane per un anno intero, piuttosto che sentire idiozie del genere dal Marietto governativo spompato.
“Il mio governo e io – ha detto il premier Mario Monti – abbiamo sicuramente perso negli ultimi tempi l’appoggio che gli osservatori ci attribuivano da parte dei cosiddetti poteri forti: in questo momento non incontriamo il favore di un grande quotidiano, considerato voce autorevole dei poteri forti, e non incontriamo il favore di Confindustria”. (la Stampa.it)
Per una serie di ragioni – principalmente una qual forma di allergia – avevo smesso di scrivere su Monti ed il suo governo. L’ultimo post riguardava la valenza dell’art.18 per il pubblico impiego: ero giunto alla conclusione che politicamente questo governo fosse cialtrone. Da allora ho avuto svariate conferme. Oggi quella definitiva. C’è poi, a proposito di poteri forti, un bell’articolo di Goria su Linkiesta che vale la pena di leggere “Ecco i “poteri forti”: i mercati che non credono più a Monti“.
Oltre a ciò ho raccolto i post – a mio parere più significativi – che ho scritto su questo governo di tecnocialtroni. In parte me li sono riletti con una certa soddisfazione: presagivo che non avrebbero combinato niente di buono. E purtroppo, non è ancora finita, anzi, è appena cominciata.
- penitenze emorroidali in vista del governo Monti
- su pei Monti su pei Monti che noi andremo …
- le crisi e i passi avanti di Monti
- professor Monti, poco più di un paggio del Bim
- le misure impressionanti di Monti
- professor Monti, almeno Lei, non rompa il ca..o con le solite bugie
- S&P downgrada l’Italia a BungaBungaBunga plus (senza neanche il concorso di B.)
- Monti mente sapendo di mentire sull’aumento della produttività e del PIL del 10%
- Monti: ‘Stiamo uscendo dalla crisi’. Basta spingere ancora un po’
- con il fiscal compact firmato da Monti il futuro dell’Italia è diventato nero come la pece
- per Monti si è fermato il contagio greco …
- Monti mente. Ancora. Spudoratamente.
- tra ubriacature filogovernative e aumento della pressione fiscale
- Monti vedeva un aumento del PIL del 10%, l’Istat vede un calo del fatturato industriale del 4,4% su base annua
- della famosa equità del governo Monti, governo cialtrone
(via BLOZ il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti)
8 Giugno 2012
permettetemi di rassicurarvi totalmente: i poteri forti non esistono
territoriarchico governo-monti, tecnocialtroni El Gobierno
La Stampa oggi: Monti: “Abbandonati dai poteri forti”. No comment.
(via BLOZ il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti)
8 Giugno 2012
Sua Santità, miserie vaticane tra corvi e pappagalli
territoriarchico spazio-laico, stato-chiesa, sua-santità, vaticano Vatikan
Ce li meritiamo tutti questi politici inetti ed incapaci che imperversano sulla scena nazionale (ed anche regionale). Rappresentanti di una Casta che, oltre ogni umano pudore, continua imperterrita a privilegiare se stessa in modo sfacciatamente autoreferenziale, senza accorgersi che sono morti, che stanno svanendo come bolle di sapone. Ma intanto li dobbiamo subire, prima di potercene disfare (forse, con il PDL sembra che l’Italia si sia messa d’impegno).
Allo stesso modo, ma quasi senza colpa, i cosiddetti “preti di campagna” – ma forse ancor più quelli di “periferia” – devono subire la cupola dei porporati, la loro Casta tentacolare e viscida che ricomprende, in un gioco malsano fra potere alla ennesima potenza dei vertici e fede candida ed ingenua delle greggi sottoposte al loro giogo, tutto il mondo cattolico.
Ho finito di leggere Sua Santità di Nuzzi. Per chi è sufficientemente avvezzo alle imprese dei custodi della verità, il libro è poco più di un aggiornamento (dirompente, devo dire). Chi si avvicina per la prima volta all’argomento ed ha una qualche forma fede, rischia invece la “perdizione”. Ma non è poi vero: i cattolici digeriscono tutto, anche se stessi. Quindi, niente paura, la gloria eterna li attende, comunque.
Il Vaticano se l’è presa con Nuzzi. Qualcuno ha definito il libro “criminale” ed è partita la caccia ai corvi ed anche ai pappagalli. Qualcun altro, dentro le mura leonine, ha pontificato: “Cosa pensereste se uno di noi avesse scritto un libro così su Napolitano?”. Lo avremmo semplicemente osannato.
(via BLOZ il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti)
7 Giugno 2012
il PD perduto e le nomine di AGCOM
territoriarchico agcom, bersani, quelli-del-pd Divagazioni Piddine, Partitica
Prima del disfacimento il PD potrà sostenersi solo come forza partitica nella quale l’ideologia conta ancora qualcosa. E sarà l’ideologia, cieca ed anacronistica, a foderare gli occhi dei piddini. Se non viene spazzato via il ciarpame (Finocchiaro, Bersani ecc.) il PD farà la fine del PDL. Basta che la magistratura dia un giro di vite alle indagini nelle quali sono coinvolti i piddini, da nord a sud. Se poi ci mettete anche la figura fatta sulle nomine AGCOM, il quadro dello squallore è completo.
[…] 4) Che il PD sia un partito perduto è invece uno dei piccoli colpi di scena di questo giro di nomine: il fatto è che dimostra fragorosamente di esserlo in uno dei pochi campi davvero rilevanti per la crescita del paese. Lasciamo perdere Maurizio Decina che è persona degna e competente, ma tutto il resto del teatrino andato in onda nei giorni scorsi, con ogni piccolo capetto che combatteva la fiera battaglia per sponsorizzare il proprio candidato incompetente (fino alle fantozziane “primarie interne per Agcom” ) e con il successivo mercato delle vacche con Casini (acrobaticamente trasversale fra poltrone di Autorità differenti) ha chiarito definitivamente quello che molti sospettavano: inutile annunciare fieramente molto ipotetici passi indietro in Rai e altre questioni simili, Bersani, D’Alema e compagnia ragionano oggi esattamente come dieci anni fa, sono un altro specchio della decadenza del paese mentre se ne proclamano i salvatori.
Adesso ai più masochisti di noi non resta che attendere il prossimo disegno di legge per l’Italia digitale che le migliori menti del PD e del PDL stanno preparando assieme per il Paese, tremo al solo pensiero. Io nel frattempo esco a bermi un bicchiere di Chablis sperando di dimenticarli, tutti, contemporaneamente, almeno per stasera.
(via il Post – Massimo Mantellini)
6 Giugno 2012
una sola via: abbassare le tasse
territoriarchico analisi-governo-monti, crisi-finanziaria, imposizione-fiscale, riduzione-tasse Crisi Finanziaria, El Gobierno
[…] Esiste una differenza fondamentale tra gli Stati e tutti gli altri attori economici. Le famiglie, le imprese e le istituzioni non profit programmano infatti e realizzano le loro spese sulla base dei redditi che riescono a conseguire attraverso le rispettive attività. Gli Stati al contrario prima decidono quanto spendere e poi quanto sottrarre ai cittadini attraverso le tasse per finanziare la spesa pubblica. Per i privati la spesa dipende dalle entrate, per gli Stati le entrate dipendono dalla spesa. La spesa pubblica è pertanto una variabile indipendente.
[…] Il contribuente è quindi obbligato a impiegare una quota crescente dei sui redditi, decrescenti a causa delle recessione, per finanziare in maniera coercitiva costi esorbitanti di servizi di qualità scadente che mai sceglierebbe di comperare se fosse libero di scegliere. Una spesa pubblica indipendente dalla quantità e qualità dei servizi pubblici implica una corrispondente tassazione indipendente dai redditi prodotti dagli agenti economici. Infatti, se le aliquote fossero date, redditi decrescenti a causa della recessione produrrebbero razionalmente e condivisibilmente un gettito decrescente. Invece, poiché il livello del gettito ricercato dai governi è grandezza indipendente da tutto il resto e definito ex ante, le aliquote diventano flessibili e si relazionano con i redditi/gli imponibili secondo un’iperbole equilatera.
[…] Non c’è bisogno di scomodare Arthur Laffer per essere consapevoli che un’aliquota al 100% produce gettito zero: un’imposta espropriativa riesce ad associare gettito nullo, come nel caso di nessuna imposta, a fenomeno economico nullo. Splendido risultato!
[…] Cosa bisognerebbe fare allora? È evidente che per aumentare il gettito bisogna iniziare a ridurre, e farlo a regime in maniera considerevole, le aliquote fiscali al fine di rilanciare i fenomeni economici soffocati dall’alta pressione. Ma questo non è fattibile sin tanto che i cittadini e gli attori economici privati in generale non riusciranno a imporre ai decisori politici il semplice vincolo che sono le entrate pubbliche conseguibili con aliquote eque e ragionevoli a stabilire quanto esattamente lo stato può spendere.
(via Il Sussidiario – Ugo Arrigo)
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8 Giugno 2012
Monti: mollato dai ‘poteri forti’, lo attendono i forconi
territoriarchico banana-republic, governo-monti, tecnocialtroni, verso-la-bancarotta El Gobierno
[…] Povero Monti, pensava di poter passare alla storia come il salvatore della patria e invece la cronaca lo sta già liquidando come un mediocre signore che non salverà nemmeno se stesso. Il primo ad abbandonarlo è stato proprio il giornale su cui per anni ha scritto “autorevoli editoriali”, il Corriere della Sera. Che poi in quegli editoriali si dicesse qualcosa di veramente fondamentale sfido chiunque farmene un resoconto. E poi viene mollato anche da Confindustria: un premier lombardo messo in croce dall’avvento di un imprenditore lombardo, Giorgio Squinzi, quello sì che ha saputo conquistare il mondo con la propria attività.
Vai Mariuccio, vai in Engadina prima che ti rincorrano con i forconi, (onta che non è toccata nemmeno al Berlusca, sebbene se la meritasse, eccome): tra poco mi sa che neppure il tuo tutor, Re Giorgio del Colle, sarà più in grado di difenderti.
(via l’Indipendenza)
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