Ombra selvaggia
Adoro i miei connazionali, anche se a volte si comportano un po’ troppo da italiani. Prendiamo lo sciopero degli stabilimenti balneari annunciato per stamattina. Le ragioni sono serie: c’è una direttiva europea già antipatica fin dal nome, Bolkestein, che prevede la messa all’asta delle concessioni e potrebbe ridurre le spiagge come le città, dove i negozi a conduzione familiare sono stati soppiantati dai grandi gruppi. Per attirare l’attenzione della politica bisognava scioperare. Ma per non irritare la clientela bisognava farlo per finta. E qui entra in scena la creatività italica. Intanto il giorno scelto per lo sciopero, un venerdì: vicino al weekend, ma non dentro. Poi le modalità. L’accesso alla spiaggia rimane aperto, il bar funzionante, le cabine a disposizione, le sdraio in assetto da tintarella. Restano chiusi solo gli ombrelloni. Ma non nelle ore di punta, quando la sabbia scotta e si rischia l’insolazione. Dalle nove alle undici del mattino, mentre i ragazzi dormono, gli adulti fanno colazione e la spiaggia è un deserto tiepido attraversato da torme di nonne e nipoti in età prescolare, ai quali siamo sicuri che anche il bagnino più sindacalizzato spalancherà, a richiesta, almeno un ombrellino.
Ho raccontato questa storia a un tedesco in partenza per la Riviera. Dall’alto del suo spread ha commentato che gli italiani non riescono a essere seri nemmeno quando si arrabbiano. Gli ho risposto che è vero, non siamo seri. Però siamo dei paraculi fantastici. E pure un po’ vendicativi. In spiaggia alle nove del mattino non ci vanno solo i bambini, ma anche i tedeschi.
(via lastampa.it – Massimo Gramellini)
3 Agosto 2012
scioperi italici ed italioti
territoriarchico itaglia-cialtrona, italianizzando Italianide, Repubblica Bananiera
Ombra selvaggia
Adoro i miei connazionali, anche se a volte si comportano un po’ troppo da italiani. Prendiamo lo sciopero degli stabilimenti balneari annunciato per stamattina. Le ragioni sono serie: c’è una direttiva europea già antipatica fin dal nome, Bolkestein, che prevede la messa all’asta delle concessioni e potrebbe ridurre le spiagge come le città, dove i negozi a conduzione familiare sono stati soppiantati dai grandi gruppi. Per attirare l’attenzione della politica bisognava scioperare. Ma per non irritare la clientela bisognava farlo per finta. E qui entra in scena la creatività italica. Intanto il giorno scelto per lo sciopero, un venerdì: vicino al weekend, ma non dentro. Poi le modalità. L’accesso alla spiaggia rimane aperto, il bar funzionante, le cabine a disposizione, le sdraio in assetto da tintarella. Restano chiusi solo gli ombrelloni. Ma non nelle ore di punta, quando la sabbia scotta e si rischia l’insolazione. Dalle nove alle undici del mattino, mentre i ragazzi dormono, gli adulti fanno colazione e la spiaggia è un deserto tiepido attraversato da torme di nonne e nipoti in età prescolare, ai quali siamo sicuri che anche il bagnino più sindacalizzato spalancherà, a richiesta, almeno un ombrellino.
Ho raccontato questa storia a un tedesco in partenza per la Riviera. Dall’alto del suo spread ha commentato che gli italiani non riescono a essere seri nemmeno quando si arrabbiano. Gli ho risposto che è vero, non siamo seri. Però siamo dei paraculi fantastici. E pure un po’ vendicativi. In spiaggia alle nove del mattino non ci vanno solo i bambini, ma anche i tedeschi.
(via lastampa.it – Massimo Gramellini)
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