Francesco Giavazzi da LaVoce.info sulla contrazione del 2-2,5% dell’economia nei prossimi due anni. Neretto colorato mio:
di Francesco Giavazzi13.11.2012
In Italia nell’ultimo anno e mezzo sono state varate nuove imposte per un ammontare pari a circa 4 punti di Pil. Stime dell’effetto dell’inasprimento fiscale portano a prevedere una contrazione dell’economia intorno ai due punti e mezzo nei prossimi due anni. Da aggiungere al -3 per cento del 2012.
Negli ultimi mesi del Governo Berlusconi e nel primo anno del Governo Monti sono state varate nuove imposte (centrali e locali) per un ammontare pari a circa 4 punti di Pil (stima del vice-direttore della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, in una recente audizione parlamentare).
GLI EFFETTI
Per valutare l’effetto di questo shock fiscale sull’economia italiana è necessario usare un “moltiplicatore“, cioè una misura dell’effetto (probabilmente recessivo) di un inasprimento fiscale. Vi è un ampio dibattito sul valore del moltiplicatore delle tasse. Christina e David Romer, dell’università di Berkeley, in un articolo pubblicato due anni fa sull’American Economic Review, e che ha fortemente influenzato la ricerca in questo campo, stimano per gli Stati Uniti, un moltiplicatore che raggiunge il valore di -3 dopo tre anni. In altre parole, un inasprimento fiscale pari a un punto di Pil ne riduce il livello, su quell’arco temprale, di 3 punti.
In una ricerca che applica una metodologia simile a un campione di quindici paesi Ocse, Alberto Alesina, Carlo Favero ed io stimiamo, per l’Italia, un moltiplicatore che è pari a poco meno di – 1.0 a un anno di distanza dallo shock fiscale e che poi sale fino a circa – 2.0 dopo due-tre anni.
I conti tornano: a meno di un anno di distanza dallo shock fiscale, il Pil italiano è sceso di due punti e mezzo, con un moltiplicatore pari a – 0,65.
Se il 2012 si chiuderà con una crescita negativa vicino a – 3 per cento, il moltiplicatore sarà pari a – 0,75. Se crediamo alle stime del moltiplicatore citate sopra — e pur escludendo i valori “estremi” stimati dai Romer — nei prossimi due anni l’economia, in assenza di variazioni nella politica fiscale, si contrarrà di altri due punti-due punto e mezzo.
Alla luce di questi conti, mi chiedo che cosa possa indurre all’ottimismo sulla crescita e che cosa giustifichi l’annuncio che “si inizia a vedere un po’ di luce in fondo al tunnel”.
9 Marzo 2013
Giavazzi: Grillo non mi preoccupa ma è a Renzi che bisogna dare spazio
territoriarchico alesina&giavazzi, elezioni-2013, renzi Divagazioni Piddine, Partitica
[…] Cosa potrebbe cambiare dunque “l’equilibrio” tra questi due poli dell’economia italiana? Giavazzi, al pubblico di professori, ricercatori e uomini del business riuniti ad Harvard ha così risposto: “Dopo questo choc, prevedo che tra giugno e ottobre avremo altre elezioni”. Il successo dell’ex comico Grillo non lo preoccupa, anzi: “Così tanti italiani hanno votato Grillo non a causa del’austerity, ma perché non abbiamo mai avuto nella nostra storia un livello così alto e diffuso di corruzione”. Nemmeno all’inizio degli anni 90, al tempo di Tangentopoli. Lo choc però potrebbe essere molto salutare per il sistema politico: “Ora la sinistra dovrà cambiare profondamente se non intende fermarsi al 25 per cento”. Ecco in che modo: promuovendo a leader del Pd “il giovane sindaco di Firenze, Matteo Renzi, completamente al di fuori dalla solita tradizione della sinistra”.
(leggi tutto su Il Foglio.it – Contrarian)
—