[…] Ci avevano detto che con “più Europa” alias “Sme credibile” avremmo abbattuto il nostro differenziale di inflazione e favorito la nostra crescita rendendo sostenibile il cambio fisso con la Germania. Il risultato è stata la crisi del 1992.
Ci avevano detto che con “più Europa” alias “moneta unica” avremmo potuto influire sulla gestione della politica monetaria europea (e non ci stiamo riuscendo nemmeno con un italiano alla presidenza della Bce) e avremmo beneficiato di bassi tassi di interesse (e lo spread è sopra i 400 punti).
Ora ci dicono che con “più Europa” alias “unione fiscale” tutto andrà a posto, perché, udite udite, naturalmente potremo fare tanti bei trasferimenti a vantaggio dei paesi in difficoltà (e come no!), finanziando in essi, tramite gli eurobond (euroche?), “un sacco di bei proggetti che porteranno un sacco de crescita un sacco bbella…”
Voi ci credete?
Io no. Sono diventato un pochino mißtrauisch. Che ci volete fare? Sarà l’età! E quindi io “herein” non lo dico. E mi dispiace tanto se Angela non mi dirà “so gefällst du mir.” Ho elaborato lutti amorosi peggiori.
Perché vedete, io non so voi come traducete “wer immer strebend sich bemüht, den können wir erlösen“. Io lo traduco: perseverare diabolicum. Mi direte che non mi intendo molto di latino, e forse nemmeno di tedesco. Può essere. Ma mi intendo un po’ di economia. Prima di vedere tanti bei progetti finanziati in Vestfalia o in Turingia coi soldi nostri (perché tanto andrebbe a finire così), preferirei che ci tirassimo fuori. Vedete voi…
(ma poi non dite che non ve lo avevo detto… e a De Bortoli, con grande stima, non invidio proprio nulla!)
(via Goofynomics) da leggersi per intero, ne vale la pena
6 Giugno 2012
una sola via: abbassare le tasse
territoriarchico analisi-governo-monti, crisi-finanziaria, imposizione-fiscale, riduzione-tasse Crisi Finanziaria, El Gobierno
[…] Esiste una differenza fondamentale tra gli Stati e tutti gli altri attori economici. Le famiglie, le imprese e le istituzioni non profit programmano infatti e realizzano le loro spese sulla base dei redditi che riescono a conseguire attraverso le rispettive attività. Gli Stati al contrario prima decidono quanto spendere e poi quanto sottrarre ai cittadini attraverso le tasse per finanziare la spesa pubblica. Per i privati la spesa dipende dalle entrate, per gli Stati le entrate dipendono dalla spesa. La spesa pubblica è pertanto una variabile indipendente.
[…] Il contribuente è quindi obbligato a impiegare una quota crescente dei sui redditi, decrescenti a causa delle recessione, per finanziare in maniera coercitiva costi esorbitanti di servizi di qualità scadente che mai sceglierebbe di comperare se fosse libero di scegliere. Una spesa pubblica indipendente dalla quantità e qualità dei servizi pubblici implica una corrispondente tassazione indipendente dai redditi prodotti dagli agenti economici. Infatti, se le aliquote fossero date, redditi decrescenti a causa della recessione produrrebbero razionalmente e condivisibilmente un gettito decrescente. Invece, poiché il livello del gettito ricercato dai governi è grandezza indipendente da tutto il resto e definito ex ante, le aliquote diventano flessibili e si relazionano con i redditi/gli imponibili secondo un’iperbole equilatera.
[…] Non c’è bisogno di scomodare Arthur Laffer per essere consapevoli che un’aliquota al 100% produce gettito zero: un’imposta espropriativa riesce ad associare gettito nullo, come nel caso di nessuna imposta, a fenomeno economico nullo. Splendido risultato!
[…] Cosa bisognerebbe fare allora? È evidente che per aumentare il gettito bisogna iniziare a ridurre, e farlo a regime in maniera considerevole, le aliquote fiscali al fine di rilanciare i fenomeni economici soffocati dall’alta pressione. Ma questo non è fattibile sin tanto che i cittadini e gli attori economici privati in generale non riusciranno a imporre ai decisori politici il semplice vincolo che sono le entrate pubbliche conseguibili con aliquote eque e ragionevoli a stabilire quanto esattamente lo stato può spendere.
(via Il Sussidiario – Ugo Arrigo)
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