La BCE e la Commissione europea insistono con l’idea che il riequilibrio dei rapporti tra paesi creditori e paesi debitori dovrebbe avvenire a colpi di deflazione salariale a carico di questi ultimi. Questa politica però è stata già largamente adottata in Grecia, dove tra il 2008 e il 2012 i salari nominali sono diminuiti di quasi tre punti percentuali, i salari reali sono precipitati di diciotto punti e la quota salari sul reddito nazionale ha subito una caduta di oltre quattro punti. Più che migliorare la profittabilità e la competitività dell’economia greca, la caduta dei salari ha soprattutto contribuito a deprimere la domanda interna e ad aggravare la recessione. Ha senso riproporre la stessa ricetta in Italia? Maria Rosaria de Medici intervista l’economista Emiliano Brancaccio (Università del Sannio).
15 Marzo 2013
Le conseguenze della deflazione salariale
territoriarchico crisi-finanziaria, deb, deflazione-salariale, mercato-del-lavoro Economia e Finanza, Mercato del Lavoro
(via emilianobrancaccio.it)