(via @usemlab e @IlFazioso)
governo-monti
5 Luglio 2012
rendimenti e spread: si balla di nuovo
territoriarchico governo-monti, spread, tassi-d'interesse Crisi Finanziaria, El Gobierno
17 Giugno 2012
Monti: «Italia di nuovo in crisi, ne usciremo da soli». Sobrie stronzate.
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Monti: «Italia di nuovo in crisi, ne usciremo da soli. Ddl corruzione sarà legge». Ok, è il Pompiere della Sera, quel pezzettino di potere forte che, secondo Monti, non gli è più attaccato alla gonna. A parte qualche editoriale di Alesina e Giavazzi, che ha un peso specifico più alto della media e che talvolta canta fuori dal coro (anche per questioni di decenza), tutto il resto del Pompiere è un sostanziale inno alla fatua inconsistenza del prode Monti, un vero e proprio bellimbusto carico di apparente sobrietà, e per il resto vuoto come lo spazio intersiderale.
Insomma, Monti ci fa sapere che siamo di nuovo in crisi. Non ci eravamo accorti di esserne usciti: può darsi che lo stoccafisso montiano, nel corso delle varie sedute spiritiche con i sodali ministri del vuoto pneumatico, si sia sentito investire dalle sideree profondità della codiddetta forza. Deve aver sentito una voce che gli sussurrava «Che la forza sia in te». La forza di continuare a dire sobrie stronzate.
16 Giugno 2012
80 miliardi di bugie (e della piaggeria giornalistica)
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Il meccanismo è collaudato, il risultato certo, l’effetto quello di una propaganda patetica. Funziona così: il governo annuncia qualcosa, un ministro fa una dichiarazione, sceglie un numero qualsiasi, possibilmente con tanti zeri, e può stare sicuro che i giornali titoleranno su quello.
“Sviluppo, la legge vale 80 miliardi”, apre la prima pagina Repubblica, con la decenza di mettere almeno tra virgolette l’affermazione, così che la responsabilità ricada su chi l’ha fatta, Corrado Passera. Al titolista resta però la colpa, forse maggiore, di limitarsi al copia-incolla delle dichiarazioni, senza spiegare al lettore che di quegli 80 miliardi non se ne vede traccia alcuna. Il Corriere della Sera cancella pure le virgolette e asserisce “80 miliardi per la crescita”. La Stampa concede anche dettagli, per dare maggiore credibilità alla balla, “Tagli e vendite, un piano sviluppo da 80 miliardi”.
Soldi che non ci sono, ovviamente: spendere davvero 80 miliardi per la crescita sarebbe l’equivalente di un piano Marshall, una svolta che dovrebbe sembrare assurda a chiunque abbia seguito la politica degli ultimi mesi. Siamo seri, un governo che deve fare una manovra da 60 miliardi per salvare l’Italia, come recitava il nome del decreto, poi ne trova 80 da spendere? Altro che tecnici, sarebbero alchimisti, ciarlatani (ok, su quest’ultimo punto il dibattito è ancora aperto). […]
Una spiegazione del successo di queste balle mediatiche è la piaggeria giornalistica, sicuramente, qualcuno sostiene anche l’incompetenza (a questo io non credo, bisogna essere abili a maneggiare le notizie, qualunque sia lo scopo che si persegue, informativo o altro). Ma c’è anche qualcosa di più inquietante: la convinzione, da parte di politici (o tecnici) e giornalisti, che gli italiani non vogliano o non possano capire. […].
Il lettore però ha il potere assoluto, ha un euro e qualche centesimo da destinare altrove. Nessuna sorpresa che lo stia facendo sempre più spesso. E non è solo colpa della crisi.
(via il Fatto Quotidiano – Stefano Feltri – ottimo, da leggere per intero)
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9 Giugno 2012
il nuovo presidente RAI è Anna Maria Tarantola. Mario, per gli amici
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(via @popoloviola)
8 Giugno 2012
can this man save Europe? ‘sti cazzi …
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8 Giugno 2012
Monti: mollato dai ‘poteri forti’, lo attendono i forconi
territoriarchico banana-republic, governo-monti, tecnocialtroni, verso-la-bancarotta El Gobierno
[…] Povero Monti, pensava di poter passare alla storia come il salvatore della patria e invece la cronaca lo sta già liquidando come un mediocre signore che non salverà nemmeno se stesso. Il primo ad abbandonarlo è stato proprio il giornale su cui per anni ha scritto “autorevoli editoriali”, il Corriere della Sera. Che poi in quegli editoriali si dicesse qualcosa di veramente fondamentale sfido chiunque farmene un resoconto. E poi viene mollato anche da Confindustria: un premier lombardo messo in croce dall’avvento di un imprenditore lombardo, Giorgio Squinzi, quello sì che ha saputo conquistare il mondo con la propria attività.
Vai Mariuccio, vai in Engadina prima che ti rincorrano con i forconi, (onta che non è toccata nemmeno al Berlusca, sebbene se la meritasse, eccome): tra poco mi sa che neppure il tuo tutor, Re Giorgio del Colle, sarà più in grado di difenderti.
(via l’Indipendenza)
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8 Giugno 2012
riflessioni sul pubblico impiego
territoriarchico governo-monti, pubblico-impiego, statali-vs-privati Gli Statali
[…] Chi è che si può arrogare il diritto di attribuire a qualcuno “per sempre” un posto di lavoro che è per definizione pubblico?
Poco conta se ci si entra per concorso: un posto di lavoro che è pubblico (non di un datore di lavoro privato) dovrebbe comunque essere periodicamente messo in gioco (dieci anni?), attraverso concorsi volti a verificare se altri aspiranti hanno più titoli e capacità di coloro che lo stanno ricoprendo, al più con l’attribuzione di un maggiore punteggio a chi già lo ricopre con valutazioni positive in termini disciplinari e di efficienza.
Ragionamento che è tanto più pregnante oggi che il pubblico ha smesso di assumere e davvero non si capisce perché chi è fuori non possa aspirare a subentrare, se ha più meriti di chi c’è già
[…] Scrive, infatti, Patroni Griffi: “I doveri disciplinari dei [dipendenti] pubblici sono più forti di quelli dei privati e il pubblico che sbaglia deve pagare di più del privato perché ha tradito la fiducia dei cittadini non solo del suo datore”.
Un lapsus freudiano da manuale, rispetto a quello che voleva probabilmente essere il senso della chiusura della frase: la fiducia dei cittadini che sono il suo datore di lavoro. Il datore di lavoro dei dipendenti pubblici, infatti, sono proprio i cittadini, non lo Stato che ne è la mera espressione organizzata.
È, invece, proprio questa concezione dello Stato come entità sovraordinata e autonoma, che accomuna larga parte di coloro che hanno passato molto tempo della propria vita in posizioni apicali all’interno delle istituzioni, ad aver ingenerato il folle squilibrio tra pubblico e privato che sta oggi contribuendo in modo determinante ad affossare il Paese e che sta completando la trasformazione dei cittadini in sudditi.
O mutiamo la marea o ne saremo presto sommersi.
(via Eutekne.info – Enrico Zanetti)
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8 Giugno 2012
dei poteri forti …
territoriarchico governo-monti, tecnocialtroni Divertiserio
(via @amingardi)
8 Giugno 2012
caro Monti, te li do io i ‘poteri forti’ …
territoriarchico governo-monti, tecnocialtroni El Gobierno
Non mi è mai piaciuto, Mario Monti. Ma pensavo potesse fare qualcosa di utile, per questo ho scritto il primo articolo – penitenze emorroidali in vista del governo Monti – nel quale ricordavo che il Nostro portava le vesti del “mandatario dei poteri forti“. Sentire quest’oggi Monti sostenere che il suo governo non ha più l’appoggio dei poteri forti (che lui stesso ha sempre negato ci fossero, e che invece noi sappiamo che ha sempre cavalcato), mi ha fatto cascare le … braccia. Avrei preferito fare la permanente al sindaco di Lozzo tutte le settimane per un anno intero, piuttosto che sentire idiozie del genere dal Marietto governativo spompato.
“Il mio governo e io – ha detto il premier Mario Monti – abbiamo sicuramente perso negli ultimi tempi l’appoggio che gli osservatori ci attribuivano da parte dei cosiddetti poteri forti: in questo momento non incontriamo il favore di un grande quotidiano, considerato voce autorevole dei poteri forti, e non incontriamo il favore di Confindustria”. (la Stampa.it)
Per una serie di ragioni – principalmente una qual forma di allergia – avevo smesso di scrivere su Monti ed il suo governo. L’ultimo post riguardava la valenza dell’art.18 per il pubblico impiego: ero giunto alla conclusione che politicamente questo governo fosse cialtrone. Da allora ho avuto svariate conferme. Oggi quella definitiva. C’è poi, a proposito di poteri forti, un bell’articolo di Goria su Linkiesta che vale la pena di leggere “Ecco i “poteri forti”: i mercati che non credono più a Monti“.
Oltre a ciò ho raccolto i post – a mio parere più significativi – che ho scritto su questo governo di tecnocialtroni. In parte me li sono riletti con una certa soddisfazione: presagivo che non avrebbero combinato niente di buono. E purtroppo, non è ancora finita, anzi, è appena cominciata.
- penitenze emorroidali in vista del governo Monti
- su pei Monti su pei Monti che noi andremo …
- le crisi e i passi avanti di Monti
- professor Monti, poco più di un paggio del Bim
- le misure impressionanti di Monti
- professor Monti, almeno Lei, non rompa il ca..o con le solite bugie
- S&P downgrada l’Italia a BungaBungaBunga plus (senza neanche il concorso di B.)
- Monti mente sapendo di mentire sull’aumento della produttività e del PIL del 10%
- Monti: ‘Stiamo uscendo dalla crisi’. Basta spingere ancora un po’
- con il fiscal compact firmato da Monti il futuro dell’Italia è diventato nero come la pece
- per Monti si è fermato il contagio greco …
- Monti mente. Ancora. Spudoratamente.
- tra ubriacature filogovernative e aumento della pressione fiscale
- Monti vedeva un aumento del PIL del 10%, l’Istat vede un calo del fatturato industriale del 4,4% su base annua
- della famosa equità del governo Monti, governo cialtrone
(via BLOZ il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti)
13 Luglio 2012
tranne Monti …
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(via @Phastidio)