Buffon: «In tempi di miseria, chi ha intelligenza e buon senso è un gigante: e Napolitano è un gigante».
In tempi di miseria? Intelligenza? Buon senso? Gigante?
Ma vaffanbuffon !! Questa sera, se tutto va bene, ci puoi anche riuscire.
1 Luglio 2012
territoriarchico italianizzando, napolitano, retorica-italiota Divertiserio, Repubblica Bananiera
Buffon: «In tempi di miseria, chi ha intelligenza e buon senso è un gigante: e Napolitano è un gigante».
In tempi di miseria? Intelligenza? Buon senso? Gigante?
Ma vaffanbuffon !! Questa sera, se tutto va bene, ci puoi anche riuscire.
17 Giugno 2012
territoriarchico banana-republic, italianizzando, retorica-italiota Repubblica Bananiera
All’inizio di Marzo, con una certa pena, scrivevo:
L’inno di Mameli diventerà obbligo scolastico. Sembra. Siamo alle solite. Proposta bipartisan senza l’appoggio della Lega. Ma ve li immaginate i bastardos che ci stavano portando al collasso-paese, a dicembre eravamo a pochi centimetri dal baratro, che disquisiscono di inno nazionale e propongono di farne materia obbligatoria a scuola? Certo che ci riuscite, immaginarsi la Casta con le mani nel sacco è quasi un atto catartico. […]
Ho spiegato più volte a mia figlia, diciasettenne fertile mente (tutta sua madre), i vari motivi che mi fanno ritenere lo Stato italiano occupante il suolo veneto ed il suolo cadorino. Ma non gliel’ho mai spiegato perché volevo che lo sapesse, è sempre stata lei a chiedermi spiegazioni, a seguito di mie prese di posizione in discorsi famigliari. Un solo obbligo le ho imposto, sapendo che poteva assecondarlo: quando si rivolge a me, deve parlarmi in ladino, l’italiano è bandito (per me è semplicemente una comoda lingua franca), altrimenti non rispondo. E così è stato.
Concludevo riferendomi alle imprese dei parlamentari italioti:
A lei non toccherà la pena di imparare obbligatoriamente l’inno di Mameli, e deciderà da sola quanto peso dare alla costituenda “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera” che sembra far parte della proposta elaborata dalla Casta tricolore. No, questa volta Monti non c’entra. Non è una tecnoputtanata. E’ una puttanata e basta.
E’ ancora una puttanata e basta. Solo che è diventata (quasi) norma naziunale.
Un po’ come la legge del Menga (chi ce l’ha nel c.. se lo tenga). Di buono c’è che, come osserva il brillante Gilberto Oneto, ce lo danno senza pagare.
30 Maggio 2012
territoriarchico banana-republic, disunità-d-italia, italianizzando, retorica-italiota Repubblica Bananiera
La Costituzione -pesco qua e là- dice che la Repubblica Italiana è fondata sul lavoro, riconosce dignità a tutti i cittadini, promuove le autonomie locali, tutela le minoranze linguistiche, promuove la cultura, favorisce la libera associazione dei cittadini, tutela la libertà di espressione e ripudia la guerra.
Se tanto mi dà tanto, e a prescindere dal terremoto, qualcuno mi faccia capire perché per la festa della Repubblica, anziché far sfilare in pompa magna le cose che la Repubblica stessa approva -restando agli esempi di prima gli operai, gli amministratori locali, quelli che parlano occitano, i musicisti, i comitati di quartiere, gli opinionisti-si mostra in parata dell’unica cosa che essa definisce odiosa, vale a dire la guerra e gli eserciti che la fanno.
Non so, a voi pare logico?
(via Festeggiare ripudiando » Wolverine – Blog – L’espresso)
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3 Agosto 2012
scioperi italici ed italioti
territoriarchico itaglia-cialtrona, italianizzando Italianide, Repubblica Bananiera
Ombra selvaggia
Adoro i miei connazionali, anche se a volte si comportano un po’ troppo da italiani. Prendiamo lo sciopero degli stabilimenti balneari annunciato per stamattina. Le ragioni sono serie: c’è una direttiva europea già antipatica fin dal nome, Bolkestein, che prevede la messa all’asta delle concessioni e potrebbe ridurre le spiagge come le città, dove i negozi a conduzione familiare sono stati soppiantati dai grandi gruppi. Per attirare l’attenzione della politica bisognava scioperare. Ma per non irritare la clientela bisognava farlo per finta. E qui entra in scena la creatività italica. Intanto il giorno scelto per lo sciopero, un venerdì: vicino al weekend, ma non dentro. Poi le modalità. L’accesso alla spiaggia rimane aperto, il bar funzionante, le cabine a disposizione, le sdraio in assetto da tintarella. Restano chiusi solo gli ombrelloni. Ma non nelle ore di punta, quando la sabbia scotta e si rischia l’insolazione. Dalle nove alle undici del mattino, mentre i ragazzi dormono, gli adulti fanno colazione e la spiaggia è un deserto tiepido attraversato da torme di nonne e nipoti in età prescolare, ai quali siamo sicuri che anche il bagnino più sindacalizzato spalancherà, a richiesta, almeno un ombrellino.
Ho raccontato questa storia a un tedesco in partenza per la Riviera. Dall’alto del suo spread ha commentato che gli italiani non riescono a essere seri nemmeno quando si arrabbiano. Gli ho risposto che è vero, non siamo seri. Però siamo dei paraculi fantastici. E pure un po’ vendicativi. In spiaggia alle nove del mattino non ci vanno solo i bambini, ma anche i tedeschi.
(via lastampa.it – Massimo Gramellini)
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