Su Linkiesta il resto dell’infografica con il dettaglio dei rimborsi per la XVI legislatura (2008-2012):
3 Marzo 2013
territoriarchico finanziamento-partiti, partitocrazia, rimborsi-elettorali Partitica
Su Linkiesta il resto dell’infografica con il dettaglio dei rimborsi per la XVI legislatura (2008-2012):
2 Marzo 2013
territoriarchico analisi-voto-2013, elezioni-2013, partitocrazia Analisi socio-politiche
[…] Vede possibili spazi per interventi finalizzati ad allontanare lo scenario della conservazion dello status quo e lo spettro “greco” o weimariano che ne rappresenta il frutto inevitabile?
Sono piuttosto pessimista. Partendo da una prospettiva realistica non riscontro nessuna possibilità effettiva. Se non si è voluta e potuta realizzare alcuna autentica innovazione negli ultimi vent’anni, perché si dovrebbe iniziare adesso? La possibilità di un’uscita di sicurezza ci sarebbe. Fra tutte le proposte politiche, la più convincente è a mio giudizio quella portata avanti da Matteo Renzi, imperniata su una miscela intelligente e coraggiosa di liberismo, orientato a liberare i produttori dal fardello fiscale e statalista che li opprime, e di socialdemocrazia, volta a completare e rendere davvero universale il nostro Stato sociale, eliminando sprechi intollerabili come i 10 miliardi di euro annui di false pensioni di invalidità e gli 80 miliardi di sprechi nella pubblica amministrazione. Un progetto limpidamente alternativo alla visione di puro mercato promossa da Renato Brunetta e Oscar Giannino, e allo statalismo costruito su una forte pressione tributaria incarnato da Mario Monti e da Pier Luigi Bersani. Era un punto di equilibrio che esisteva solo nel programma concepito dal sindaco di Firenze, rispetto a una destra e a una sinistra estremiste. La prima priva della volontà e della capacità di realizzare le riforme liberali invocate sulla carta, la seconda guidata dalla filosofia del deficit spending e dell’aumento delle tasse, non in grado di affrontare il totem intoccabile della spesa pubblica, ritenuta oggi più che mai la leva prioritaria per promuovere crescita e creazione di lavoro. Ma la scommessa promossa da Renzi poteva essere valida fino a tre mesi fa. Rilanciare la sua centralità ora, dopo averla emarginata e averne distrutto la base elettorale nel Partito democratico, è un’idea un po’ peregrina. […]
[…] Avere negato da parte della leadership democratica l’esistenza e l’emergenza dell’oppressione fiscale sul mondo produttivo, rifiutando di proporre la netta riduzione del peso delle tasse, può aver provocato nel ceto medio un rigetto della proposta progressista, spingendo fasce sociali rilevanti di nuovo nel centro-destra?
Senza dubbio. E quel rifiuto è stato consapevole, per nulla inconscio. Sul versante dell’Imu ad essere toccato è il reddito familiare e personale. Ed è probabilmente accaduto che molti pensionati con 700 euro di assegno mensile ma proprietari di un’abitazione di livello medio-alto ereditata hanno votato con convinzione per il Cavaliere. L’altro tema fiscale prioritario riguarda la chiusura quotidiana di centinaia di aziende e attività produttive perché i pochi margini di profitto sono assorbiti dalla voracità del fisco, Ires e Irap. Anche i protagonisti di questo tessuto imprenditoriale si sono orientati alla fine verso Berlusconi. Si tratta di due terreni distinti con un identico sbocco politico-elettorale. Consideri che nel 2011 le famiglie in serie difficoltà economiche erano 3-4 milioni, il 15 per cento del totale. Ma dopo l’esperienza del governo Monti, appoggiato lealmente fino all’ultimo dal Pd e non dal Cavaliere, sono schizzate oltre il 30 per cento: circa 8 milioni di famiglie su 23, in pratica una famiglia su tre. E la rivolta contro l’imposta sulla proprietà abitativa ha inciso maggiormente ai fini elettorali. Il gruppo dirigente del Pd, che pure ebbe a parlare di macelleria sociale all’epoca delle timide manovre finanziarie di Giulio Tremonti, non è apparso consapevole della gravità del fenomeno. Agli occhi di numerosi cittadini il leader del centro-destra è sembrato invece accorgersi di un problema concreto, rispetto ai discorsi vacui del numero uno del Nazareno sulla redistribuzione, l’equità sociale, l’Italia giusta, il bene comune.
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18 Ottobre 2012
territoriarchico basta-casta, fini, parla-miasma, partitocrazia Partitica
Il caro buon Fini diceva …
“Se la casa di Montecarlo è di mio cognato, mi dimetterò”. Lo aveva detto, ormai anni fa, Gianfranco Fini. Dopo le rivelazioni de L’Espresso e del Fatto, non sembrano restare margini. Linkiesta promuove una raccolta firme per le dimissioni del presidente della Camera che dovrebbe, del resto, solo mantenere la parola. (leggi tutto su Linkiesta)
4 Settembre 2012
territoriarchico imposizione-fiscale, partitocrazia, quelli-del-pd Divagazioni Piddine, Partitica
(via @borghi_claudio)
10 Maggio 2013
Media mensile: il trend dei partiti – agg. aprile 2013
territoriarchico partitocrazia, sondaggi Sondaggi
(su sondaggibidimedia.com valori dettagliati mensilmente)