[…] Chi ha avuto il buongusto di frequentare quegli autori coerentemente liberali, di cui Bastiat è un mirabile esempio, sa bene che la “crisi” che è cominciata nell’ormai lontano 2008 non è figlia del “turbo-capitalismo” o del “neo-liberismo”, ma dell’eccessivo statalismo, dell’interventismo più bieco e immorale, dell’indebitamento il cui termine è sine die e – non ultimo – del monetarismo farlocco di chi ha sempre pensato che le banche centrali fossero una panacea. Non v’è dubbio alcuno che ognuno di noi, in quanto individuo, non può che sentirsi quasi impotente di fronte ad un sistema che non ammette, da almeno 20 anni, alternative politiche serie e liberali. L’indipendentismo poi – diciamocelo fuor di metafora – è naufragato nell’ignominioso leghismo di Bossi prima e di Maroni oggi (che continuano il loro gioco delle parti). I nuovi secessionisti non hanno ancora trovato una quadra purtroppo. Ciononostante, ciascuno di noi ha potuto far uso di qualche strumento per difendersi legittimamente dalla violenza quotidiana perpetrata dal Leviatano, partendo col rispetto di quello che ho avuto modo di chiamare a suo tempo “il decalogo dell’Individuo libero”:
1) L’individuo libero non cercherà mai il consenso della massa;
2) L’individuo libero vivrà esclusivamente per la sua opera;
3) L’individuo libero non aggredirà mai la proprietà di un altro individuo;
4) L’individuo libero avrà il diritto di stare con chi più gli aggrada;
5) L’individuo libero sarà obbligato solo in forza di un contratto con altri individui (quindi lo scambio avviene solo mediante contratto);
6) L’individuo libero difenderà legittimamente il frutto del proprio lavoro;
7) L’individuo libero difenderà legittimamente la propria vita;
8) L’individuo libero crede nel buon senso, nella consuetudine e nella common law;
9) L’individuo libero vivrà pacificamente ignorando lo Stato;
10) L’individuo libero è intollerante con gli intolleranti.
Coloro che hanno rispettato questi dieci suggerimenti non escludo abbiano già deciso di trasferire la loro residenza altrove. Altri, invece, ne hanno fatto buon uso per resistere all’arbitrarietà e alle prevaricazioni dei governi (evadere il fisco è sempre un dovere morale, soprattutto da quando s’è insediato Mario Monti) e – se particolarmente avveduti – hanno risparmiato da tempo in oro, argento o altri metalli preziosi, anziché lasciare i propri denari su qualche conto corrente bankitaliano. Tra le persone di buon senso, vige una regola: “La mia libertà finisce dove inizia quella di un altro”. Lo Stato non è avvezzo a rispettare certe regole, ragion per cui siamo nelle condizioni disperate in cui ci hanno cacciato, non senza – per dirla col grande V – che qualche bontempone liberale sia scevro di colpe.
Per questo motivo – e chiudo – una cosa deve essere chiara a tutti: se l’Italia crolla non è solo colpa di Sansone, ma anche di tutti i Filistei, i quali da bravi e devoti ominicchi, piglianculo e quaquaraquà hanno votato Sansone per anni e hanno succhiato dalla sua tetta!
(via L’Indipendenza – Leonardo Facco)
20 Novembre 2012
lo Stato è come un tartufo: organismo eterotrofo che succhia risorse altrui
territoriarchico pensiero-libertario Gemme di Saggezza
(via @carloalberto)