Di “vera” austerità solo un singulto e, nonostante i sacrifici, crescita sotto zero.
(via @laud_ita)
11 Gennaio 2014
territoriarchico grafici-economia, PIL-italia, spesa-pubblica Crisi Finanziaria, Economia e Finanza
Di “vera” austerità solo un singulto e, nonostante i sacrifici, crescita sotto zero.
(via @laud_ita)
28 Luglio 2013
territoriarchico spesa-pubblica, taglio-spesa-pubblica Economia e Finanza, Spesa pubblica
[…] C’è il forte sospetto che sia ormai inutile continuare a ripetere, come facciamo da anni, la solita litania: «Bisogna ridurre la spesa pubblica al fine di abbassare le tasse e rilanciare così la crescita».
Il partito della spesa pubblica non ha alcun interesse alla crescita perché non può accettare che spese e tasse scendano. Fino a oggi, quel partito si è rivelato fortissimo, imbattibile. Ci sono due possibili spiegazioni, non necessariamente incompatibili fra loro, di tale imbattibilità. La prima ha a che fare con le «quantità» e la seconda con la «qualità». La spiegazione quantitativa dice che i numeri sono a favore del partito della spesa pubblica: coloro che vivono di spesa sopravanzano ogni altro gruppo e rappresentano, sul piano elettorale, una «minoranza di blocco» ai cui veti nessun governo, quale che ne sia il colore, può resistere. La spiegazione qualitativa fa riferimento all’esistenza di «cani da guardia», di istituzioni strategicamente collocate che si sono assunte il compito di salvaguardare gli interessi facenti capo al partito della spesa pubblica. Per esempio, guardando a certe sentenze della Corte costituzionale, si può essere colti dal sospetto che sia addirittura «incostituzionale» ridurre la spesa pubblica (e quindi le tasse), ossia che, per il nostro ordinamento, quelle due grandezze possano solo crescere, mai diminuire. Più in generale, c’è una intera infrastruttura amministrativa (alta burocrazia, magistrature amministrative) che regge e dà continuità alla azione dello Stato, che sembra chiusa a riccio nella difesa di un equilibrio politico e sociale fondato sulla incomprimibilità della spesa e su tasse altissime. La debolezza della politica fa poi il resto, rende impossibili interventi capaci di vincere le resistenze burocratiche e lobbistiche e invertire la rotta. […]
(leggi tutto Corriere.it – Angelo Panebianco)
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10 Maggio 2013
territoriarchico austerity, spesa-pubblica, taglio-spesa-pubblica Crisi Finanziaria, Economia e Finanza, Spesa pubblica
[…] Cosa significa austerity? Nel gergo comune: tagli della spesa.
Ma è davvero così? Cosa è successo negli ultimi tre anni?
Per vederci bene è essenziale studiare l’andamento della cosiddetta spesa pubblica (Government expenditure in inglese) e quello del PIL.
I paesi che hanno avuto un decremento maggiore della spesa pubblica rispetto al PIL, hanno avuto una discesa dell’incidenza della spesa pubblica sul PIL. Dei quattro PIGS solamente il Portogallo ha denotato questa situazione con una decrescita della spesadi quasi il 12 per cento a fronte di una caduta del PIL del 4,3 per cento.
Cosa è successo invece in Italia, Spagna e Grecia. Nel nostro paese a fronte di un PIL in crescita dello 0,9 per cento in tre anni – situazione da stagnazione – le spese sono cresciute dell’1,3 per cento. In Italia non ci sono segni di austerity dunque o almeno così dicono i dati. Può darsi che ci sia stato un riequilibrio della spesa tra i diversi settori dell’economia gestita dallo Stato.
Lo stesso è successo in Spagna con un PIL in crescita di solo lo 0,1 per cento e delle spese cresciute invece dell’1,6 per cento. Ben diversa è la situazione greca, dove in effetti le spese sono scese del 7 per cento, mentre il PIL è caduto del 12,8 per cento. Una situazione tragica per la Grecia, che nonostante un taglio della spesa ha visto la propria economia avvitarsi in una recessione quasi senza fine.
Certo bisogna ricordare che la spesa per il debito è cresciuta, ma anche questa è una scelta deliberata delle politiche pubbliche. Arrivare al 127 per cento del debito sul PIL in Italia è una scelta intergenerazionale. Significa semplicemente che le generazioni attuali stanno spendendo di più di quanto possono e faranno ricadere le “colpe” del debito sui giovani e sulle prossime generazioni.
La parola austerity, che ha molto attecchito tra molti attori politici, sociali ed economici non sembra che si possa tradurre in italiano in Austerità. La spesa pubblica è aumentata arrivando ormai ad intermediare oltre il 60 per cento dell’economia.
Senza riforme, riforme e tagli degli sprechi dove vogliamo arrivare?
(via Chicago-blog.it)
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25 Luglio 2012
territoriarchico autonomia-belluno, spesa-pubblica Provincia Autonoma di Belluno
L’eliminazione o l’accorpamento delle province è, sia chiaro, un feticcio da dare in pasto alla popolazione italiota per dimostrare di aver fatto qualcosa in termini generali e in particolare in relazione alla riduzione (tentativo di riduzione) della spesa pubblica. E’ ormai chiaro che niente di ciò succederà, anzi il rischio è che con questa nuova mossa, i costi generali sfuggiranno di mano.
Nei giorni scorsi ho proposto una articolata indagine effettuata dalla Bocconi sulla composizione delle spese degli enti provinciali. Se si limita l’analisi della spesa corrente a regioni, comuni e province (dati 2008), ciò che salta fuori è che la macchina mangiasoldi per definizione è l’istituzione Regione con il 72,7% (con la botta della sanità), seguita dai comuni con il 22,8%. La Province d’Italia erogano servizi al pubblico assorbendo una spesa del 4,5% del totale (compresa la spesa per la rappresentanza politica). Tanto per ribadire che i grandi costi, le grandi spese, sono da un’altra parte.
(Immagine tratta da studio Certet Bocconi) – (articolo tratto dal BLOZ)
3 Luglio 2012
territoriarchico francia, spesa-pubblica, taglio-spesa-pubblica Crisi Finanziaria
Qualche ottima considerazione sulla situazione dei nostri cugini oltralpini: neanche loro hanno ancora intrapreso il sentiero del rigore (leggi tutto su Phastidio):
Tempi molto interessanti, per il paradigma-Hollande: aumentare le imposte sui ricchi, cercando di non farli fuggire di notte, utilizzando la potenza tecnologica del fisco per impedire loro di farlo. Ma se l’inquilino dell’Eliseo pensa di poter evitare di aggredire la spesa (soprattutto quella sociale, che conta per 620 dei 1.100 miliardi di euro di spesa pubblica complessiva francese) utilizzando solo la leva delle entrate, il risveglio sarà traumatico. E’ peraltro molto probabile che l’intervento sulla spesa possa avvenire in misura non marginale attraverso il blocco delle retribuzioni nominali del settore pubblico, che oggi pesano per il 13,6 per cento del Pil. Anche questo in Italia sta già avvenendo.
Ovviamente, se vi diciamo che un taglio di spesa pubblica in queste condizioni è recessivo, voi cominciate a tirare fuori il santino di Von Mises e lanciare invettive, giusto? Problema sempre vostro. Quello che vorremmo umilmente segnalarvi è che finora, parlando di compiti a casa, la Francia manco ha aperto il quaderno e impugnato la penna. Ma le dinamiche che la attendono produrranno lo stesso tipo di esito: un approfondimento della recessione, perché quel taglio di spesa non andrà in riduzione di imposte ma servirà a colmare buchi che l’austerità tende ad aprire “spontaneamente”. Auguri, Monsieur le Président.
28 Maggio 2012
territoriarchico governo-monti, spending-review, spesa-pubblica Editti sussidiati
Se dico “su” non è più “di“, scimmia ammaestrata del governo. Fare un taglio “su 100 mld” non ha lo stesso significato (e valore reale) di fare un taglio “di 100 mld”. E’ che i tg e molti giornali si sono spesi per far passare come oro colato la seconda “versione”, quella più popolare. Alla fine verrà tagliato un qualcosa come 3-4-5 mld (su una spesa totale dello stato di 750 mld). Però il Corriere (questa volta) si è salvato con la preposizione giusta.
Spending review, il ministro Giarda: «Possibile subito un taglio su 100 miliardi»
Altro intervento nel lungo periodo su una spesa «aggredibile» di 300 miliardi: «Riguarda tutti, dallo Stato ai piccoli comuni»
25 Marzo 2014
stipendi annui degli alti dirigenti pubblici (comparazione europea)
territoriarchico boiardi-di-stato, pubblico-impiego, spesa-pubblica, statalismi Castitudine, Sperperi d'Itaglia, Spesa pubblica, Struttura dello Stato
(via @bubio123)