(via FinanzaNoStop)
tecnocialtroni
12 Novembre 2012
dopo un anno di governo Monti
territoriarchico analisi-governo-monti, governo-monti, tecnocialtroni El Gobierno
8 Novembre 2012
Monti e il vaglio elettorale
territoriarchico governo-monti, monti-bis, tecnocialtroni, verso-la-bancarotta El Gobierno
18 Ottobre 2012
Governo di Cial-trony, non ci sono paragoni
territoriarchico governo-monti, tecnocialtroni Cialtroni al lavoro, El Gobierno
(via L’Indipendenza)
22 Agosto 2012
Ecco l’uscita dal tunnel imboccata da Mario Monti
territoriarchico governo-monti, tecnocialtroni El Gobierno
23 Luglio 2012
Monti punta sull’economia reale (finora puntava su un ologramma)
territoriarchico crisi-finanziaria, governo-monti, tecnocialtroni Crisi Finanziaria
(via @FGoria)
17 Giugno 2012
Monti: «Italia di nuovo in crisi, ne usciremo da soli». Sobrie stronzate.
territoriarchico crisi-finanziaria, governo-monti, stampa-e-società, tecnocialtroni Editti sussidiati, El Gobierno
Monti: «Italia di nuovo in crisi, ne usciremo da soli. Ddl corruzione sarà legge». Ok, è il Pompiere della Sera, quel pezzettino di potere forte che, secondo Monti, non gli è più attaccato alla gonna. A parte qualche editoriale di Alesina e Giavazzi, che ha un peso specifico più alto della media e che talvolta canta fuori dal coro (anche per questioni di decenza), tutto il resto del Pompiere è un sostanziale inno alla fatua inconsistenza del prode Monti, un vero e proprio bellimbusto carico di apparente sobrietà, e per il resto vuoto come lo spazio intersiderale.
Insomma, Monti ci fa sapere che siamo di nuovo in crisi. Non ci eravamo accorti di esserne usciti: può darsi che lo stoccafisso montiano, nel corso delle varie sedute spiritiche con i sodali ministri del vuoto pneumatico, si sia sentito investire dalle sideree profondità della codiddetta forza. Deve aver sentito una voce che gli sussurrava «Che la forza sia in te». La forza di continuare a dire sobrie stronzate.
16 Giugno 2012
80 miliardi di bugie (e della piaggeria giornalistica)
territoriarchico corretta-informazione, cresci-italia, governo-monti, stampa-e-società, tecnocialtroni Editti sussidiati, El Gobierno
Il meccanismo è collaudato, il risultato certo, l’effetto quello di una propaganda patetica. Funziona così: il governo annuncia qualcosa, un ministro fa una dichiarazione, sceglie un numero qualsiasi, possibilmente con tanti zeri, e può stare sicuro che i giornali titoleranno su quello.
“Sviluppo, la legge vale 80 miliardi”, apre la prima pagina Repubblica, con la decenza di mettere almeno tra virgolette l’affermazione, così che la responsabilità ricada su chi l’ha fatta, Corrado Passera. Al titolista resta però la colpa, forse maggiore, di limitarsi al copia-incolla delle dichiarazioni, senza spiegare al lettore che di quegli 80 miliardi non se ne vede traccia alcuna. Il Corriere della Sera cancella pure le virgolette e asserisce “80 miliardi per la crescita”. La Stampa concede anche dettagli, per dare maggiore credibilità alla balla, “Tagli e vendite, un piano sviluppo da 80 miliardi”.
Soldi che non ci sono, ovviamente: spendere davvero 80 miliardi per la crescita sarebbe l’equivalente di un piano Marshall, una svolta che dovrebbe sembrare assurda a chiunque abbia seguito la politica degli ultimi mesi. Siamo seri, un governo che deve fare una manovra da 60 miliardi per salvare l’Italia, come recitava il nome del decreto, poi ne trova 80 da spendere? Altro che tecnici, sarebbero alchimisti, ciarlatani (ok, su quest’ultimo punto il dibattito è ancora aperto). […]
Una spiegazione del successo di queste balle mediatiche è la piaggeria giornalistica, sicuramente, qualcuno sostiene anche l’incompetenza (a questo io non credo, bisogna essere abili a maneggiare le notizie, qualunque sia lo scopo che si persegue, informativo o altro). Ma c’è anche qualcosa di più inquietante: la convinzione, da parte di politici (o tecnici) e giornalisti, che gli italiani non vogliano o non possano capire. […].
Il lettore però ha il potere assoluto, ha un euro e qualche centesimo da destinare altrove. Nessuna sorpresa che lo stia facendo sempre più spesso. E non è solo colpa della crisi.
(via il Fatto Quotidiano – Stefano Feltri – ottimo, da leggere per intero)
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8 Giugno 2012
Monti: mollato dai ‘poteri forti’, lo attendono i forconi
territoriarchico banana-republic, governo-monti, tecnocialtroni, verso-la-bancarotta El Gobierno
[…] Povero Monti, pensava di poter passare alla storia come il salvatore della patria e invece la cronaca lo sta già liquidando come un mediocre signore che non salverà nemmeno se stesso. Il primo ad abbandonarlo è stato proprio il giornale su cui per anni ha scritto “autorevoli editoriali”, il Corriere della Sera. Che poi in quegli editoriali si dicesse qualcosa di veramente fondamentale sfido chiunque farmene un resoconto. E poi viene mollato anche da Confindustria: un premier lombardo messo in croce dall’avvento di un imprenditore lombardo, Giorgio Squinzi, quello sì che ha saputo conquistare il mondo con la propria attività.
Vai Mariuccio, vai in Engadina prima che ti rincorrano con i forconi, (onta che non è toccata nemmeno al Berlusca, sebbene se la meritasse, eccome): tra poco mi sa che neppure il tuo tutor, Re Giorgio del Colle, sarà più in grado di difenderti.
(via l’Indipendenza)
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8 Giugno 2012
dei poteri forti …
territoriarchico governo-monti, tecnocialtroni Divertiserio
(via @amingardi)
16 Marzo 2013
Caro Monti, l’interesse del Paese vale più del Senato
territoriarchico basta-casta, monti-bis, tecnocialtroni Castitudine, Cialtroni al lavoro, Partitica
Nel leggere i retroscena mattutini sul Corriere della Sera e Repubblica, colpisce il dilettantismo politico e l’ambizione svolta male di cui si sarebbe macchiato ieri sera il premier Mario Monti, a dispetto di un irritato Giorgio Napolitano, costretto a stopparlo sulla via del Senato.
Il fatto non è secondario né relegabile sotto l’etichetta dei rumor di palazzo nelle ore febbrili delle consultazioni. Monti, raccontano i bene informati, ha infatti immaginato di costruirsi un’uscita dal pantano di governo puntando alla presidenza di palazzo Madama, dentro una logica di alleanza con il Pd e un aventino tattico del Pdl. Sembrava un’operazione quasi riuscita, il premier era già pronto a nominare un vicario a palazzo Chigi per gli affari correnti, richiamando l’esempio ulivista degli anni Prodi-D’Alema, a quel tempo avallato dallo stesso Napolitano seppure in altri ruoli. Questo almeno avrebbe insinuato Monti, non senza malizia, ieri sera al Colle.
Se le ambizioni politiche sono sempre legittime, quand’anche coltivate da professori bocconiani abituatisi in fretta alle regole e alle tentazioni dei palazzi romani, la cosa che più colpisce nel disegno di Monti (al netto della praticabilità giuridica del cambio in corsa su cui i costituzionalisti si dividono) è la sottovalutazione del danno di immagine internazionale che ne deriverebbe. L’Italia è un paese sotto i riflettori, convitato di pietra all’ultimo Consiglio europeo, la sua economia stagnante e il suo debito preoccupano al pari dello stallo politico uscito dalle urne. Per questo l’abbandono anticipato di palazzo Chigi da parte di un premier considerato all’estero esempio di garanzia, stabilità ritrovata e autorevolezza, dopo gli anni allegri di Berlusconi, e per giunta per planare su un’altra poltrona ambita, sarebbe valutato ben peggio che un delitto: un clamoroso errore politico così poco in linea con la retorica emergenziale di questi mesi. Proprio da Monti, non ce lo saremmo aspettati.
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