(Riporto qui lo spezzone principale di un articolo di Gpg Imperatrice apparso su Rischio Calcolato)
3 – Quali sono i passi per raggiungere l’Indipendenza?
Anche qui se non si ha una precisa strategia, non si va da nessuna parte. Anche qui semplifico.
I passi strategici necessari ad ottenere l’indipendenza sono in sequenza:
a) Identificare con precisione l’area su cui agire
Sembra un discorso banale, ma non lo e’ affatto. Se si estende troppo l’area cui agire, le probabilita’ di realizzare i passi successivi diminuiscono. In Catalonia, nelle Fiandre ed in Scozia tali aree coincidono con i territori a maggioranza di popolazione locale. In Italia la Lega ha esteso l’obiettivo alla cosidetta “Padania”, che va da Bolzano a Terni, in cui convivono realta’ non del tutto omogenee. A mio modo di vedere l’obiettivo dovrebbe essere circoscritto a 2 regioni: Lombardia e Veneto; l’indipendenza di queste regioni, con sequenzialmente farebbe crollare la baracca e potrebbe consentire (successivamente) riaggregazioni.
b) Avere una Crisi economica e simultaneamente la maggioranza della popolazione a favore dell’Indipendenza
Le 2 cose sono legate. In crisi economica e declino ci siamo da oltre 20 anni, per la cronaca, anche se il peggio deve ancora arrivare. Una formazione indipendentista ha il dovere di spiegare e far capire alla popolazione, che in caso di indipendenza il tracollo economico e’ evitabile, e per far cio’ e’ fondamentale agire in modo concreto e sul territorio. Attualmente solo in Veneto pare vi sia una maggioranza di cittadini a favore dell’indipendenza (stima il 60%), mentre in Lombardia le stime sono sul 40-45%. Nel resto del Nord le percentuali sono inferiori. In Catalogna attualmente gli indipendentisti sono al 60 – 70%, e nelle Fiandre sopra al 50%.
c) Avere il controllo delle istituzioni locali: un presidente di regione e la maggioranza del consiglio indipendentiste, che possano proclamare un referendum
Senza tale condizione, non e’ possibile la proclamazione di un referendum consultivo (illegale). Attualmente in Veneto c’e’ un Presidente teoricamente indipendentista, ma non un consiglio. In Lombardia ne’ l’uno ne’ altro. In Catalogna tale condizione il 25 Novembre sara’ esaudita.
d) Avere una controparte al “Centro” particolarmente impopolare
Se il governo e le istituzioni centrali sono “forti, legittimate, efficienti e popolari” stroncherebbe le azioni di cui sopra in un batter d’occhio, facendosi scudo tra l’altro delle leggi e del supporto popolare.
In Belgio e Spagna, ultimamente i governi e le istituzioni centrali hanno perso qualche colpo, ma restano tutt’altro che innocui, e sono in grado di avere alleanze precise (Unione Europea, USA). In Italia i governi e le istituzioni fanno a gare da 3-4 decenni per essere piu’ impopolari, inette e screditate. Paradossalmente, su questo tema, le regioni del Nord Italia, sono avvantaggiate.
e) Avere una polizia locale e simultaneamente una minoranza della popolazione disponibile a “lottare” contro forze repressive
Capiamoci: se le condizioni a), b), c), d) fossero soddisfatte cosa accadrebbe? Semplice, in mezzo al caos informativo ed istituzionale, si muoverebbe la Magistratura, che manderebbe la polizia nel Consiglio Regionale ad arrestare Presidente e Consiglio di Regione, l’indomani della convocazione dell’illegale referendum. Se non ci fosse una polizia locale o una milizia popolare a difesa di quelle istituzioni, la cosa finirebbe sul nascere. A quel punto allo Stato non resterebbe che mandare l’esercito, cosa che non sarebbe de facto praticabile in presenza di una milizia o di parte della popolazione disponibile a “lottare” contro forze repressive; in tal caso le immagini farebbero il giro del mondo e lo Stato di screditerebbe.
A quel punto, svolto il referendum il gioco e’ fatto. Si proclamerebbe l’indipendenza. Le problematiche di restare in Europa, nell’ONU, o quant’altro, l’indomani dello svolgimento di un referendum e della proclamazione dell’indipendenza svanirebbero. Se cio’ avvenisse per la Lombardia o per il Veneto, ritengo inevitabile un’immediata disgregazione dell’Italia, visto che ogni regione proclamerebbe l’indipendenza, visto che la permanenza in una nazione priva di ogni solidita’ finanziaria non avrebbe senso alcuno. E’ proprio questo “il problema” per Catalonia e Fiandre, ed ancor piu’ per Lombardia o Veneto (il problema non si pone in Scozia, visto che in quel caso, l’Inghilterra non ha troppo interesse a mantenere negli UK una regione sussidiata, e quindi non interverrebbe). Il punto e’ che in tutte queste regioni, la popolazione potrebbe essere spinta a partecipare ad una manifestazione pro-indipendenza, ma verosimilmente non e’ ancora incattivita a sufficienza per partecipare a qualcosa di piu’. […]
16 Luglio 2013
Indipendenza del Veneto: innanzitutto una battaglia di libertà
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Qui sul BLOZ abbiamo già incontrato il prof. Carlo Lottieri (insieme al prof. Luca Antonini) nel corso di una intervista su Radio24 condotta da Oscar Giannino sui temi dell’indipendenza e del federalismo differenziato condotta. In questo video Lottieri parla dell’Indipendenza del Veneto con quei toni e contenuti che a me piacciono in modo particolare e che riflettono la forza del concetto supremo del Diritto di Voto! Chi è interessato si prenda il tempo di sentirselo per intero: vi sono parecchi ottimi spunti sui quali ragionare.
(via BLOZ)
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